Paolo Gullino, ventisette anni, è arrivato dal Piemonte, sua terra natale, con un furgoncino carico di piante, semi e una missione da compiere: diffondere e far conoscere proprietà e impieghi di piante provenienti da terre lontane, tutte con grandi qualità nutrizionali e terapeutiche, da noi ancora sconosciute.
Una laurea in restauro del verde, agricoltore per passione, incontriamo Paolo in uno dei suoi orti sperimentali, qui in Toscana, dove sta coltivando con successo Stevia, Perilla, Okra e altre specie rare e originali: nella nostra regione, infatti, ha trovato molte persone che hanno ben accolto la sua iniziativa, aiutandolo a inserirsi in reti di vendita alternative.
«Ho iniziato la mia ricerca delle piante famose nel mondo per le loro qualità salutistiche nel 2005 - racconta Paolo -, a fianco di mio padre, esperto agricoltore, che da tempo desiderava imprimere una svolta alla sua abituale produzione, provando a coltivare qualcosa di diverso dal solito mais e foraggio».
Dopo un periodo iniziale di studio e documentazione, concentrano la loro attenzione su alcune specie particolarmente interessanti; se ne procurano le piante madri e, nella serra del nonno a Torino, Paolo inizia a coltivarle per ottenerne semi e talee.
«Dopo quattro anni di lavoro e ricerca - ricorda Paolo - siamo riusciti a migliorare la produzione e a ottenere una buona qualità del raccolto».
Nel 2009 comincia l'avventura toscana, con la sperimentazione di nuovi terreni e l'incremento delle capacità produttive e qualitative.
La canapa è una pianta dai mille utilizzi, versatile e che non necessita di pesticidi per la sua coltivazione. L'Italia lo sa bene, visto che era tra i primi produttori al mondo. E soprattutto in Romagna, ma anche nella provincia di Lucca la pianta era molto diffusa fino agli anni '60 quando la produzione fu abbandonata in fretta a causa della crisi che colpì il settore dopo le modifiche nel 1975 alla normativa nazionale che inasprirono il divieto della coltivazione della canapa e misero in atto severe leggi per la canapa tessile.
Oltre che come fibra per l'abbigliamento, la canapa può, di fatto, sostituire la plastica ed essere impiegata nell'edilizia sostenibile per realizzare pareti interne o esterne non portanti, pannelli isolanti termici e anche mattoni