NOTIZIE DAL MONDO DELLA TRADUZIONE
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I forestierismi sono brutti - Silvia Sola

I forestierismi sono brutti - Silvia Sola | NOTIZIE DAL MONDO DELLA TRADUZIONE | Scoop.it

Ti sei mai imbattuto in frasi di questo tipo?

- Abbiamo scelto la location per la prossima convention.
- La mission della nostra azienda è quella di offrirti soluzioni sempre al top.
- Il candidato ideale deve possedere un know-how informatico e un forte senso di problem solving.

La risposta è sì, vero? Immaginavo.
I forestierismi sono brutti, e te lo dice una che ha fatto il liceo linguistico. Non voglio dire di eliminarli dalla nostra scrittura, ma di armarsi di buonsenso e usarli solo quando servono, e i casi per me sono questi due: quando il loro significato è socialmente condiviso e quando danno ad un contenuto un sapore diverso.
Ad esempio, faccio fatica a trovare vocaboli alternativi a computer o slide o badge, perché sono entrati a far parte del linguaggio comune, però posso parlare di pubblico invece che di target e usare riunione al posto di meeting.
Certo, ci sono settori specifici, come il marketing o l’informatica, che hanno un vocabolario ricco di formule straniere e tradurle in italiano renderebbe la comunicazione più macchinosa.

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300 parole da dire in italiano: la lista definitiva

300 parole da dire in italiano: la lista definitiva | NOTIZIE DAL MONDO DELLA TRADUZIONE | Scoop.it
Esistono forestierismi insostituibili (come computer), utili (come autobus) e superflui (come ticket): l’idea è trovare alternative italiane realistiche ai forestierismi superflui.
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Terminologia etc. » » Carlo Emilio Gadda e i forestierismi alla radio

Terminologia etc. » » Carlo Emilio Gadda e i forestierismi alla radio | NOTIZIE DAL MONDO DELLA TRADUZIONE | Scoop.it

In Le inderogabili norme e cautele di Gadda trovate le altre indicazioni e le undici regole rivolte a chi parla al microfono o scrive un testo per la Radio. Riguardano durata, tono, atteggiamenti, citazioni, struttura del testo, lessico e terminologia, allitterazioni ecc. In particolare, alcune annotazioni anticipano il concetto di “maledizione della conoscenza”: 
“All’atto di redigere il testo di un parlato radiofonico si dovrà dunque evitare in ogni modo che nel radioascoltatore si manifesti il cosiddetto «complesso di inferiorità culturale», cioè quello stato di ansia, di irritazione, di dispetto che coglie chiunque si senta condannare come ignorante dalla consapevolezza, dalla finezza, dalla sapienza altrui. Questo «complesso» determina una soluzione di continuità nel colloquio tra il dicitore e l’ascoltatore, crea una zona di vuoto, un «fading» spirituale nella recezione. […] Astenersi dal presupporre nel radioabbonato conoscenze che «egli», il «qualunque», non può avere e non ha. Inibirsi la civetteria del dare per comunemente noto quello che noto comunemente non è. A nessun uomo, per quanto colto, si può chieder di essere una enciclopedia.”

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