NOTIZIE DAL MONDO DELLA TRADUZIONE
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Scrivere email, costruire relazioni 

Scrivere email, costruire relazioni  | NOTIZIE DAL MONDO DELLA TRADUZIONE | Scoop.it

In questo ebook raccolgo pensieri, considerazioni e casi mettendo a frutto tutti i miei anni di consulenza e di formazione: anni in cui ho approcciato il tema di “come scrivere una email che venga letta” in tanti modi, ma avendo in mente un unico chiodo fisso, cioè chi l’email deve leggerla. Questo verbo servile che esprime necessità (deve leggerla, è obbligato a leggerla) piano piano si trasformerà in un verbo che esprime la volontà di (vuole leggerla, ha piacere di leggerla), se scegliamo le parole con cura.
Nell’ebook ti spiego tecniche e ti svelo tranelli, in questo post ti dimostro come un’attenta riscrittura di una email formulata come risposta a una lamentela di un cliente insoddisfatto può cambiare faccia e, in alcuni casi, può cambiare segno – in maniera definitiva – alla relazione con lui o lei.

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Parole per farsi leggere (e disinnescare il conflitto)

Parole per farsi leggere (e disinnescare il conflitto) | NOTIZIE DAL MONDO DELLA TRADUZIONE | Scoop.it

Eccoci di nuovo a scrivere di email e di modi per farsi leggere. Questa volta parliamo di qualcosa a cui prestare attenzione non solo se vogliamo essere lette, ma anche se vogliamo evitare di alimentare incomprensioni e recriminazioni che possono portare al nulla di fatto. Invece che win win, lost lost: rendo l’idea?
Ci concentriamo sulle email spinose, in risposta a clienti insoddisfatti. Nello specifico, parliamo dell’uso degli avverbi modali: sì, quei comunissimi avverbi modali come sostanzialmente, certamente, purtroppo, per forza e via così.
Che male ti fanno, scusa? –  ti starai chiedendo. Vedrai che presto avrai una risposta.
Nello scritto e nel parlato adoperiamo parecchio gli avverbi modali, ad esempio quelli che finiscono in –mente: ci piacciono e, di solito, li usiamo quantomeno in coppia, se c’è spazio anche più volte nello stesso testo.

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