Tradurre in italiano Paula Fox, Alan Bennett, Elizabeth Bishop, Shelley e Byron. Intervista a Monica Pavani | NOTIZIE DAL MONDO DELLA TRADUZIONE | Scoop.it

LB: Paula Fox e Janet Fitch, e poi Alan Bennett e Elizabeth Bishop per Adelphi assieme a molti altri lavori. A quale traduzione ti senti più legata e in un certo senso, magari, a quale sei più grata, se così si può dire?
R: Sono parole che amo molto, “legata” e “grata”, perché rendono proprio lo slancio innato che mi rende indispensabile il tradurre, ovvero il desiderio di uno scambio profondo – di vissuti, di mondi e di emozioni. Per questa ragione, visto che è questo che mi preme, seleziono subito due autori per me fondamentali che ho tradotto, Janet Fitch e Alan Bennett, per motivi molto diversi. Forse però è doveroso precisare perché ho ‘scartato’ Paula Fox ed Elizabeth Bishop, che sono indubbiamente due autrici molto importanti. È semplicissimo: per me vita e scrittura sono la stessa cosa, una è l’esplorazione dell’altra. Poiché dunque io traduco come vivo, tendo a essere attratta dalle persone che non si difendono troppo nei confronti della vita, che affrontano di petto, e con generosità, ogni genere di avvenimento. Paula Fox ed Elizabeth Bishop a mio sentire interpongono un filtro fra quello che vivono e quello che tramutano in scrittura, sono troppo consapevoli della distanza fra le parole e le cose, e per questa ragione la traduzione dei loro testi per me è stata più difficoltosa.