RIFLESSIONI SULLA TRADUZIONE DEL DIALOGO di Paola Ciccolella


"Per la sua doppia destinazione – lettura e rappresentazione scenica – il testo drammatico pone alcuni problemi di traduzione strettamente legati alle sue peculiarità. Il testo drammatico infatti è soggetto non solo alle interpretazioni dei lettori, ma anche alle molteplici possibilità interpretative realizzabili sulla scena. Inoltre, come è noto, il testo drammatico comunica su due livelli, o meglio su due assi della comunicazione: uno interno alla finzione, sul quale viaggiano i messaggi dei personaggi veicolati attraverso il dialogo teatrale, e uno esterno, che mette in contatto il testo, costituito essenzialmente dal dialogo, con il suo destinatario alla stessa maniera degli altri testi. Una sorta di doppio dispositivo di ricezione.


La traduzione che si svolge per il teatro è soggetta a molteplici variabili; con una certa frequenza e per diversi motivi, i suoi risultati determinano una situazione alquanto disordinata. Tuttavia la traduzione del testo drammatico ha una notevole importanza poiché, per le inevitabili scelte che il traduttore è chiamato a operare, dovendo giocoforza evitare ogni genere di nota redazionale, viene considerata una prima messa in scena del testo. Nel presente intervento affronterò tre argomenti principali: la questione dell’adattamento dei testi drammatici in rapporto alla loro pubblicazione e rappresentazione scenica, l’invecchiamento delle traduzioni a teatro, la traduzione del dialogo teatrale e i suoi tranelli."