Quell'Hardy intraducibile (o quasi) al cinema | NOTIZIE DAL MONDO DELLA TRADUZIONE | Scoop.it
Nella lingua inglese ci sono i false friends, parole che sembrano indicare una cosa e invece in realtà vogliono dire tutt’altro. Come actually, che significa in verità. Ecco, secondo me Thomas Hardy è un false friend. Prendiamo Tess dei d’Uberville, che Hardy pubblicò nel 1891. Una donna, un uomo cinico, un altro apparentemente innamorato. Ce n’è abbastanza per far sì che l’attenzione si abbarbichi sulla terra, alle vicende dei protagonisti. In realtà Hardy, imbastisce via via un altro racconto, invisibile e parallelo, nei cieli.I cieli britannici, i disegni delle nuvole, le trame del destino, i segnali che arrivano dalle intemperie: è questo l’autentico romanzo, intriso di straordinaria ironia e di amara rassegnazione di fronte all’ineluttabilità delle cose. Ma passa inosservato, mascherato da un falso romanticismo di maniera. La fortuna di Tess è stata l’aver incontrato, al cinema, uno come Roman Polanski: lui vive negli abissi come lei, ne conosce la forma, sa annusare il destino, lo «snasa».