Epifania deriva dal greco epifaneia, che vuol dire ‘manifestazione, apparizione, venuta, presenza divina’. I greci utilizzavano questo termine per indicare il manifestarsi di una divinità; miracoli e visioni divine venivano chiamate epifanie. Inoltre, fin dall’antichità, la dodicesima notte dopo il Natale era ritenuta una notte magica, durante la quale potevano accadere eventi speciali: era la notte dedicata alla Luna, e il termine epifania veniva usato per definire proprio ciò che si verificava in quella notte, legato alla manifestazione della luce lunare.
La befana (e il suo personaggio) nasce invece da una “corruzione lessicale” della parola epifania e, soprattutto in Italia, veste i panni di una simpatica vecchietta che scorrazza sui camini delle case, dispensando dolci o carbone a seconda di come si sono comportati i bambini durante il corso dell’anno.
Una leggenda vorrebbe che i Re Magi, diretti a Betlemme per portare i doni alla capanna di Gesù Bambino, non riuscendo a trovare la giusta via, avessero chiesto a una vecchietta di condurli a destinazione. La vecchia però non volle uscire di casa per accompagnarli e negò il suo aiuto. Più tardi, pentitasi del suo comportamento, preparò un cesto di dolci e uscì a cercarli. Fece sosta in ogni casa che trovò lungo il suo cammino, donando caramelle ai piccoli che incontrava, nella speranza che uno di loro fosse Gesù bambino.