NOTIZIE DAL MONDO DELLA TRADUZIONE
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Appuntamenti, eventi, notizie ... tutto quello che può interessare chi opera nel settore della traduzione.
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Quarant’anni di promessi paperi 

Quarant’anni di promessi paperi  | NOTIZIE DAL MONDO DELLA TRADUZIONE | Scoop.it

Il punto di partenza de I promessi paperi è un ribaltamento del celebre matrimonio che “non s’ha da fare”: Renzo, interpretato da Paperino viene costretto a sposare Gertruda, la “scocciatrice di Monza” impersonata da una Brigitta che tormenta il burbero Paperone (qui nei panni di don Rodrigo). Da lì parte una vicenda che in parte segue in forma satirica l’originale, e in parte se ne distanzia in maniera creativa ma non irriverente. I bravi si mescolano ai Bassotti diventando i Bravotti; a Gastone tocca il ruolo del cugino di Renzo, Bortolo; e Paperina è il naturale equivalente di Lucia Mondella. Così, in onore del weekend manzoniano e dell’anniversario de I promessi paperi, ho fatto due chiacchiere al telefono con l’autore della sceneggiatura, Edoardo Segantini.

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La lingua italiana siamo noi. Rispettiamola 

La lingua italiana siamo noi. Rispettiamola  | NOTIZIE DAL MONDO DELLA TRADUZIONE | Scoop.it

L’italiano è la lingua in cui viviamo: ogni giorno, ogni momento. Al punto che non ci facciamo più caso. Al punto che la diamo per scontata. E questo fa sì che spesso la usiamo senza nessuna consapevolezza. Senza sfruttarne la ricchezza, le sfumature, le diverse tonalità e potenzialità. Ci esprimiamo, se così si può dire, passivamente: in maniera troppe volte trascurata, prevedibile, approssimativa. Un bel problema: soprattutto quando dalla lingua parlata si passa a quella scritta. Tanto che oggi una buona parte degli italiani assomiglia al Gioacchino B. di Woody Allen: quel personaggio «balbuziente. Ma non quando parlava, solo quando scriveva».

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Dove corre l’italiano? Intervista ad Andrea De Benedetti e Luca Mastrantonio

Dove corre l’italiano? Intervista ad Andrea De Benedetti e Luca Mastrantonio | NOTIZIE DAL MONDO DELLA TRADUZIONE | Scoop.it

Avete anche esperienza di traduzione. Cosa apprezzate di questa attività e cosa vi offre in termini di riflessione linguistica?
A.d.B.Difficile rispondere senza seminare un oceano di banalità. Dirò che la traduzione, per me, è come una forma di scrittura a ostacoli, in cui però gli ostacoli non li vedi a occhio nudo e devi essere tu, di volta in volta, a individuarli e a trovare il modo per superarli. In questo senso è un ottimo allenamento per la scrittura, perché impone disciplina e fantasia. Dirò altresì che tradurre è un esercizio del tutto innaturale di forzata simbiosi tra due lingue diverse, ma anche tra due modi diversi di usare la lingua: rinunciare al proprio gusto e al proprio modo di dire le cose – parlo ovviamente soprattutto della traduzione letteraria – è la cosa più difficile da imparare e da insegnare. (...)
L.M. Marsilio mi ha chiesto di tradurre i tweet aforistici di Eric Jarosinski, in arte social NeinQuarterly, un profilo caratterizzato da un effervescente nichilismo che prende in giro alcuni feticci della cultura alta di ieri e di oggi, da Adorno – di cui “indossa” una caricatura nella foto dell’account – a Zizek, passando per Kafka e Freud.(...)

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L’italiano? Sbagliando s’impara

L’italiano? Sbagliando s’impara | NOTIZIE DAL MONDO DELLA TRADUZIONE | Scoop.it

Ci sono regole che non hanno alcuna logica apparente perché certe cose sono dette in un certo modo (espressioni idiomatiche) e bisogna imparare il loro significato. Comunque, tutto ciò non ostacola l’apprendimento dell’italiano. Ma l'apprendimento della seconda lingua dipende dal livello di conoscenza della grammatica e struttura della prima lingua. Questo ha un effetto diretto sul modo in cui la seconda lingua viene assorbita, perciò gran parte dell’apprendimento dell’italiano come seconda lingua ha a che fare con la conoscenza della grammatica e della struttura della lingua madre. Quindi, migliore è la conoscenza della lingua madre e meglio s’impara l’italiano.

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Parole scritte, di moda e in disuso 

Parole scritte, di moda e in disuso  | NOTIZIE DAL MONDO DELLA TRADUZIONE | Scoop.it

Assurdo, surreale, kafkiano, folle, pazzesco, insensato, inconcepibile, stravagante, paradossale, delirante.
La prima posizione se la giocano a sorpresa Paradossale e Folle, che sono appaiati. La ragione del primato è il crollo di Assurdo, che dopo un secolo di frastagliati trionfi, nel 1960 incomincia una discesa, di cui – con buona pace di Beckett – ancora non si vede la fine. Molto staccati rispetto al terzetto di testa, seguono nell’ordine Surreale, che cresce da sessant’anni, Inconcepibile, Stravagante, Delirante, Insensato e Pazzesco, che però, dal 2000, ricorre molto più spesso.

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Silvia Argurio intervista Massimo Arcangeli

Silvia Argurio intervista Massimo Arcangeli | NOTIZIE DAL MONDO DELLA TRADUZIONE | Scoop.it

Chi ha pronosticato la morte imminente dei nostri dialetti, venti o trent'anni fa, si è clamorosamente sbagliato. I dialetti italiani, benché contaminati (anche endemicamente, se metropolitani), sono più vivi che mai. Restituiscono la percezione di un'adesione al local che, scavallando i confini nazionali, tenta l'abbraccio con il global. Poche opere possono reggere il confronto con la Commedia sul piano di un glocal ante litteram, che assecondi il doppio scopo di rinsanguare identità linguistiche “particellari” e di provare a nutrire una dialettalità universale e atemporale in un momento in cui anche il più circoscritto dei dialetti è, come ogni altra cosa, in continuo, instabile, precario movimento. Più che la volontà di attingere al pensiero di Dante, per il resto, conta quella di riprenderne l'esempio. È l'irresistibile fascino per la natura conflittuale, antagonistica, manichea dell'esperienza umana e artistica dantesca a guidare perlopiù la mano di molti traduttori nostrani.

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LA LINGUA E' DIVENTATA DI PLASTICA MA VA ' ALLA GRANDE' 

LA LINGUA E' DIVENTATA DI PLASTICA MA VA ' ALLA GRANDE'  | NOTIZIE DAL MONDO DELLA TRADUZIONE | Scoop.it

Di recente tutto era "alla grande" e molti aspettavano "una manciata di secondi". C' è un elemento ludico in tutto ciò: e specialmente nella titolazione degli articoli di giornale che inseguono parodisticamente titoli celebri. Ma soprattutto c' è il culto del Noto, unica vera auctoritas in tempi di cultura di massa. Per questo appare difficile contrastare la lingua di plastica: la tendenza non è effimera e l' imitazione viene spesso inconsapevolmente vissuta come autopromozione. Insomma, tutti insieme appassionatamente alla grande, per una manciata di secondi, compresi dell' insostenibile leggerezza della spada di Damocle.

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Dieci battute di dialogo che è indispensabile conoscere se si vuole diventare capaci di scrivere un buon dialogo

Dieci battute di dialogo che è indispensabile conoscere se si vuole diventare capaci di scrivere un buon dialogo | NOTIZIE DAL MONDO DELLA TRADUZIONE | Scoop.it

1. “No”.
(Marcel Marceau, in L’ultima follia di Mel Brooks).
2. “Passami il sale”.
(Bettino Craxi, nel 1991, durante una cena, a un commensale che gli chiedeva cosa avrebbe fatto la domenica dei referendum per l’abolizione delle preferenze nelle schede elettorali).
3. “Disobbedisco”.
(Gabriele D’Annunzio, maggio 1919, alle autorità italiane che gli intimavano di desistere dall’impresa di Fiume).
4. “Rimettici l’accendino”.
(Jake Blues al fratello Elwood, in The Blues Brothers).
5. “Portaste il binocolo?”.
“No, ma portai il vostro ventaglio”.
(Achille Campanile, Lo strano mondo della grammatica, in Manuale di conversazione, 1973)

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La lingua italiana. Paradossi e curiosità. Giuseppe Patota

La lingua italiana. Paradossi e curiosità. Giuseppe Patota | NOTIZIE DAL MONDO DELLA TRADUZIONE | Scoop.it
Come mai una 'bravata' o una notte 'brava' non sono imprese di cui andar fieri? E come mai i 'bravi' evocati nei Promessi sposi tutto erano meno che bravi? Ne parliamo con uno dei maggiori italianisti, Giuseppe Patota, ordinario all'Università di Siena-Arezzo. Con lui evochiamo il fascino di questa lingua, la sua bellezza e le sue contaminazioni. 
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Terminologia etc. » » L’idioma dei giornalisti

Terminologia etc. » » L’idioma dei giornalisti | NOTIZIE DAL MONDO DELLA TRADUZIONE | Scoop.it

È da un po’ di tempo che ci faccio caso: se si escludono gli usi ironici, letterari o aulici, raramente c’è chi dice idioma al posto di lingua, come invece fanno i giornalisti. È un esempio della “priorità variazione” che impedisce di usare la stessa parola due volte, anche a scapito della chiarezza.
Lingua e idioma possono essere sinonimi, ma idioma ha accezioni più specifiche e non è una parola adatta a tutti i registri come invece lingua.

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I dialetti scomparsi e l’italiano sempre meno lingua ufficiale

I dialetti scomparsi e l’italiano sempre meno lingua ufficiale | NOTIZIE DAL MONDO DELLA TRADUZIONE | Scoop.it

Si dice che la nostra lingua sia molto amata nel mondo: è una lingua di cultura, di gastronomia, di arte. Il problema è che è sempre meno lingua ufficiale. Ci penalizza particolarmente il fatto che nelle istituzioni europee si parli inglese, francese e tedesco. Si dice anche che l’italiano (e le osservazioni preziose del prof. Giacomo Devoto sono di grande aiuto) si sia affermato sui dialetti (molto più espressivi e coloriti), ma abbia pagato un prezzo alto alla retorica, alla burocrazia, si sia distaccato dalla realtà. Insomma, l’inchiesta in sei puntate ci racconta come allora il futuro fosse alle porte, ma il passato era lì, dietro l’angolo. E ci ri-guardava ancora. E ci parlava ancora. Ogni lingua, quando si restringe, accanto ai vantaggi procede con tanti freni.

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Amico, fammi un italiano. Corretto, grazie! - Senzaudio

Amico, fammi un italiano. Corretto, grazie! - Senzaudio | NOTIZIE DAL MONDO DELLA TRADUZIONE | Scoop.it

Vado a un convegno sull’Italiano: c’è una relatrice dell’Accademia della Crusca, un linguista, il compilatore di un dizionario, un laboratorio sulla punteggiatura… Sai che noia! In realtà, conoscendo STL e Doppioverso, ero preparata a incontri un po’ sui generis, con relatori seri e competenti ma poco “ingessati”, pronti a interrogarsi sullo stato della nostra lingua senza spocchia o preconcetti. E poi venerdì sera c’era lo spettacolo teatrale Un anno lercio. E dove c’è Lercio, c’è gioia! E così, tra una riflessione sugli #hashtag, un video in doppiagese e presagi sulla morte di po’ (il cui accento resuscita in qual’è), scopro che la nostra lingua non se la passa poi così male.

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Terminologia etc. » » Possiamo dargli torto?

Terminologia etc. » » Possiamo dargli torto? | NOTIZIE DAL MONDO DELLA TRADUZIONE | Scoop.it

L’uso di gli come pronome indiretto di terza persona plurale è davvero un errore? No, come spiegano tutte le grammatiche contemporanee. Una sintesi di Giuseppe Patota*:

 gli / loro («ho visto i tuoi e gli ho parlato / ho parlato loro»): a differenza di gli per ‘le’, l’uso di gli per ‘loro’ è largamente accettato e, anzi, è raccomandabile nel registro colloquiale. Oltre al frequente impiego degli scrittori, antichi e moderni, c’è da tener conto di una ragione strutturale: tutti gli altri pronomi personali atoni si presentano come monosillabi anteposti al verbo (mi parli, ci parli, vi parli, ecc.); solo loro è bisillabico e posposto al verbo (parlo loro), e ciò contribuisce a ridurne l’uso.

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L'Accademia della Crusca celebra Firenze e la lingua italiana

L'Accademia della Crusca celebra Firenze e la lingua italiana | NOTIZIE DAL MONDO DELLA TRADUZIONE | Scoop.it

L’Accademia della Crusca celebra la decima edizione della manifestazione “Piazza delle Lingue”, dedicata al multilinguismo e alla lingua italiana. Intitolato quest’anno Firenze e la lingua italiana, l’evento è in programma da giovedì 29 settembre a domenica 2 ottobre.
Rivolta da sempre a un pubblico ampio e ricca di incontri, spettacoli e momenti divulgativi, la manifestazione si svolge quest’anno in collaborazione con Unicoop Firenze, oltre che con l’Associazione Amici dell’Accademia della Crusca. Accanto alle tradizionali sedi, il programma prevede appuntamenti diffusi sul territorio in una varietà di luoghi, fra i quali due teatri, un istituto scolastico e il Centro Coop di Ponte a Greve.

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I falsi amici della lingua italiana

I falsi amici della lingua italiana | NOTIZIE DAL MONDO DELLA TRADUZIONE | Scoop.it

Anche se le lingue appartenenti alla famiglia romanza possono risultare simili nei suoni, nella struttura, nel vocabolario e spesso anche nel significato delle parole, e anche se alcuni termini dell’italiano presentano di certo affinità morfologiche e fonetiche con l’inglese, non sempre queste similitudini rimandano allo stesso concetto. Perciò, il docente deve evidenziare sin dall’inizio le parole che possono confondere l’apprendimento degli alunni, affinché il processo di comprensione dello studente non sia disturbato da queste false somiglianze e prima che la fossilizzazione si formi nelle loro menti.

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"Di grammatica non si muore", un manuale per evitare svarioni

"Di grammatica non si muore", un manuale per evitare svarioni | NOTIZIE DAL MONDO DELLA TRADUZIONE | Scoop.it

La grammatica può essere "pop", può essere divertente?
"Cancelliamo dalla memoria i vecchi e aridi manuali traboccanti di obblighi, divieti e prescrizioni spesso incomprensibili e riabilitiamo definitivamente la grammatica che è, senza dubbio, pop, giovane, allegra, multicolore, concreta, seducente, dinamica, vivace, sexy e divertente. In fondo, se ci pensate bene, la grammatica non è che un gioco. Come ogni gioco, ha le sue regole (che, una volta apprese e assimilate, vengono applicate in automatico, senza costringere a particolari sforzi o sofferenze); come ogni gioco, misura l'abilità, stimola l'intelletto, sviluppa le competenze, aiuta a gestire meglio i propri stati emotivi, rende più efficace la comunicazione, rallegra lo spirito, procura piacere e - secondo alcuni - favorisce persino la diuresi. E poi, essendo ubiqua e permeando la quotidianità, è uno strumento utile per tutti: per chi intende approfondire la teoria dell'esperienza nella fenomenologia di Edmund Husserl, per chi vuole potenziare armi e abilità per sconfiggere i malvagi boss di Dark Souls III o per chi vuole semplicemente evitare pubbliche figuracce scrivendo su facebook "grazie per la micizia""

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Sono senza parole! Neologismi e concetti senza voce 

Sono senza parole! Neologismi e concetti senza voce  | NOTIZIE DAL MONDO DELLA TRADUZIONE | Scoop.it

In realtà questa mancanza di parole è abbastanza comune. La sperimentiamo tutti i giorni e viviamo nuove necessità linguistiche di continuo, anche se magari non ce ne rendiamo conto. A molti queste cose suoneranno come delle banalità. Ma la questione a mio avviso è molto più attuale e interessante di quanto non sembri. È uno dei segni più evidenti dello stretto legame che intercorre fra cultura, avvenimenti esterni e lingua, e anche il fattore che permette il rapporto più vivo e attualizzante dei parlanti con la propria lingua.

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Quanto conoscete i verbi italiani? - Wired

Quanto conoscete i verbi italiani? - Wired | NOTIZIE DAL MONDO DELLA TRADUZIONE | Scoop.it

Tutti abbiamo più o meno padronanza della nostra lingua madre, eppure ogni tanto ci capitano quei dubbi grammaticali che ci fanno fermare un attimo e vergognare anche un po’.
Succede per molti aspetti della lingua italiana ma l’argomento in cui molto più spesso cadiamo in fallo solo loro: i verbi. Coniugazioni insidiose, forme irregolari, etimologie strane e quant’altro. Mettetevi allora alla prova con il quiz di Wired dedicato alla parte del discorso più insidiosa che c’è.

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Dante perde la paternità: la lingua italiana è nata in Sicilia

Dante perde la paternità: la lingua italiana è nata in Sicilia | NOTIZIE DAL MONDO DELLA TRADUZIONE | Scoop.it

Adesso come allora, ancora una volta per noi, «Galeotto fu il libro e chi lo scrisse»: questi ritrovamenti suonano come una convalida dell'originale idea che la nostra lingua nasca agli inizi del Duecento dalla rivolta dei poeti siciliani contro il latino ecclesiastico, sviluppata nel 2011 nel saggio L'ombra di Cavalcanti e Dante (L'Asino d'oro edizioni).
Le trascrizioni dei siciliani sono interessanti soprattutto perché lasciano intravvedere l'originale veste linguistica delle liriche, finora perduta tranne che in un singolo caso, e sono antecedenti alla versione toscanizzata attraverso cui le conosciamo. Se ne ricostruisce, è quanto qui ci importa dedurre, il panorama di una cultura letteraria laica, diffusa nel Duecento nella penisola italiana ben al di là di quanto lo schema tradizionale lasci immaginare.

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Brainstorming: possiamo dirlo in italiano?

Brainstorming: possiamo dirlo in italiano? | NOTIZIE DAL MONDO DELLA TRADUZIONE | Scoop.it

Questo termine, che significa letteralmente “tempesta nel cervello, o, meglio, tempesta di cervelli”, è stato coniato alla fine degli anni Trenta in ambito pubblicitario per indicare un metodo di ricerca di gruppo atto a stimolare la soluzione di problemi o la produzione di idee creative, attraverso la libera esposizione di intuizioni, impressioni e suggerimenti da parte dei singoli partecipanti. In italiano è entrato già da alcuni decenni (alcuni dizionari ne datano l’ingresso nella nostra lingua al 1983, altri ancora prima, al 1966). Il suo uso è indicato dai dizionari per l’ambito pubblicitario, ma va notato che in tempi recenti si è anche diffuso in ambito educativo: promossa soprattutto dalla corrente pedagogica del costruttivismo (derivata dal costruttivismo in psicologia e in filosofia), questa tecnica che tende al coinvolgimento dei discenti nell’apprendimento rappresenta ormai un punto fermo, anche se discusso, nella prassi didattica delle scuole soprattutto primarie e secondarie inferiori, e come tale ha trovato una notevole diffusione nella società. Ci troviamo di fronte a un anglicismo ormai molto diffuso, non solo in ambito settoriale (pubblicitario), appunto, ma anche nella scuola e nella vita comune.

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Salone del Libro di Torino 2016: il traduttore cambia l’italiano

Salone del Libro di Torino 2016: il traduttore cambia l’italiano | NOTIZIE DAL MONDO DELLA TRADUZIONE | Scoop.it

TORINO L’italiano cambia, anche attraverso le traduzioni dei romanzi. È uno dei temi che l’«Autore Invisibile», il ciclo di seminari curato da Ilide Carmignani, ispanista e traduttrice di autori come Gabriel García Márquez, Roberto Bolano, Luis Sepúlveda, in questi giorni sta affrontando. Questa mattina il linguista Gianluigi Beccaria parlerà di «Italiano che va e italiano che viene» e in questi cambiamenti della lingua ha un ruolo anche quello che leggiamo, considerato che più del 60 per cento della narrativa viene dall’estero. «L’italiano è una lingua ancora vitale — dice Beccaria — che magari per strada perde pezzi ma ne acquista di nuovi. Una volta venivano dal basso, oggi vengono soprattutto dalla lingua imperiale, l’inglese. In generale, un tempo la nostra narrativa poggiava su basi molto tradizionali, oggi anche la lingua si va globalizzando, forse anche si appiattisce un po’. Lo sanno bene anche i nostri narratori, che infatti scrivono in un italiano già pronto per essere tradotto. Diciamo che, forse, oggi, un Gadda non potrebbe esserci nella nostra letteratura».

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Dopo “petaloso” ecco “alpinità” 

Dopo “petaloso” ecco “alpinità”  | NOTIZIE DAL MONDO DELLA TRADUZIONE | Scoop.it

«La parola “alpinità” – si legge nella lettera inviata nei giorni scorsi alla Crusca – fa rima con solidarietà, che è una qualità intrinseca delle popolazioni alpine. È un termine chiaro, che lascia la mente libera di collegarsi ai colori della neve, del cielo e dei boschi. Si tratta di un valore legato al mondo arcaico delle montagne, alla sopravvivenza, all’emigrazione e al ritorno, al freddo, alla fame, alle guerre combattute e alle migliaia di uomini caduti a difesa dei confini».
La richiesta che Cecere ha inviato all’Accademia della Crusca è un compendio di orgoglio, fierezza, amore per i valori che lui stesso, e tanti come lui, hanno vissuto con la testimonianza di una vita intera. «Alpinità deriva da valori antichi – aggiunge – (...) Spero che l’Accademia consideri e giudichi l’importanza di questo piccolo termine e che possa decidere di concederle un po’ di spazio sui nostri dizionari, accanto a tutte quelle più importanti e blasonate che già ci sono. In ogni caso, anche se alla fine non sarà riconosciuto, resterà per sempre scolpito dove è già da tempo: nei nostri cuori e in tutti quelli delle persone che condividono i valori, il modo di vivere e le emozioni... dell’alpinità».

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Diario di scrittura

Diario di scrittura | NOTIZIE DAL MONDO DELLA TRADUZIONE | Scoop.it

Non lo dico per pavoneggiarmi, ma per sostenere con alcuni incontrovertibili dati di fatto l’affermazione che di solito, se c’è qualcosa che devo scrivere, mi ci metto senza far troppe storie. In teoria, so come fare e conosco i trucchi e i rimedi.
Raccolgo i dati. Riordino le idee. Comincio. Rileggo. Mi domando se quello che sto mettendo insieme ha senso ed è interessante. Vado avanti. Rileggo. Aggiusto. Rileggo. E così via, fino al termine del lavoro (allora rileggo. Rileggo. Rileggo. E poi, uh, licenzio il testo. Evviva, anche perché di solito è sera tardi). Se si tratta di narrativa (una dimensione dello scrivere che frequento più di rado) il processo è un po’ diverso ma, insomma, siamo lì.

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Italiano Corretto attraverso lo specchio

Italiano Corretto attraverso lo specchio | NOTIZIE DAL MONDO DELLA TRADUZIONE | Scoop.it

Tuttavia, come forse ormai avrete capito dai toni del mio blog, io ho la tendenza a vedere le cose con quello che chiamo il filtro “Incanto” (o forse “Follia” sarebbe più appropriato, in ogni caso prendete nota, creatori di Instagram).
Insomma, io ho percepito Italiano Corretto come una casa degli specchi, di quelle che si trovano ai lunapark di paese e riescono sempre a divertire grandi e piccini. Ecco, come in una casa degli specchi, ogni laboratorio ci ha mostrato un riflesso diverso dell’italiano: doppiato, digitale, pazzesco, lercio, forbito, indefinito, sicuramente un italiano imprevedibile che, invece di risposte, ha lasciato tanti interrogativi in sospeso.  Come parleremo tra dieci, venti, trent’anni? Scriveremo qual è con l’apostrofo e un po’ con l’accento? Assisteremo a un’ulteriore evoluzione della grammatica a favore di un linguaggio che punta a essere efficace e immediato?

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E tu, le emoticons, le hai in A o in B?

E tu, le emoticons, le hai in A o in B? | NOTIZIE DAL MONDO DELLA TRADUZIONE | Scoop.it
Il secondo laboratorio di Italiano Corretto cui partecipo (Pisa 15 e 16 Aprile) non smentisce le aspettative.  Il titolo “A qualcuno piace l’hashtag” mi aveva incuriosito fin dal giorno della mia iscrizione.  Può davvero essere così?  C’è qualcuno che si sente appagato nell’usare un tasto che fino a qualche anno fa sembrava riempire inutilmente le tastiere dei nostri telefoni? La sessione è brillantemente guidata dalle effervescenti Chiara Rizzo e Barbara Ronca, traduttrici editoriali e autrici di “Doppio Verso”, blog che ha da poco superato l’anno di vita ma che vanta un non indifferente seguito fra traduttori, interpreti e appassionati delle lingue in generale, al punto da essersi trasformato ormai in una vera community.  Le autrici raccontano la propria esperienza di blogger nata un po’ per caso per provare a sperimentare le potenzialità offerte dalla rete e capirne le dinamiche. 
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