"Il Bravo Traduttore, che ha un’ambizione infinita, se è geniale comincia subito col porre dei paletti alla velleità di sostituirsi all’originale: si pone dei limiti, oltre alla precisa determinazione di sfruttare fino all’ultimo accento il testo originale nel senso di esaltarne l’irripetibile modulazione estetica di partenza senza scadere nella mera elementarizzazione atta alla comprensione contenutistica della sua versione d’arrivo"