Siamo nel 220 a.C.. I romani, guidati dal console Gaio Flaminio, stanno cercando di realizzare una strada di collegamento tra Roma e Rimini, con una duplice funzione: incrementare il commercio e rifornire rapidamente le truppe che si trovano lontano dalla capitale, al di là degli Appennini. Il console si trova di fronte un ostacolo duro da superare: la Gola del Furlo. Lo scopo è quello di far passare la strada dove è presente un sentiero a circa 80m dal fondo della gola.
Immaginatevi, un attimo, la grandiosità dell’opera che si accingevano a compiere. Inizialmente pensano di allargare un po’ il sentiero e far passare la strada all’esterno dell’intero sperone di roccia. Per fare ciò realizzano degli imponenti muri di “terrazzamento” a sostegno della strada, dette sostruzioni. Queste mura si sviluppano per una lunghezza di 20 metri e raggiungono un’altezza massima di quasi 30 metri, oggi in parte sommersa dalle acque. Sono ancora visibili dal Belvedere che si trova sulla sinistra a circa un km dal Traforo di Vespasiano.
L’arrivo di Augusto, nel I secolo d.C., coincide con “l’ammodernamento” della rete. Per renderla più agevole, l’imperatore ordina ai suoi schiavi di realizzare una vera e propria galleria scavandola nella dura roccia a colpo di martello e scalpello...
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Mariano Pallottini