Depressione: psicofarmaci o psicoterapia? Lo decideremo con una PET | Disturbi dell'Umore, Distimia e Depressione a Milano | Scoop.it

Diversi sono gli interventi messi a disposizione per il trattamento e la cura della depressione ed ognuno di essi viene scelto in base alla gravità del disturbo, al suo carattere invalidante e in base alla preferenza del medico o del paziente. Si può propendere verso una forma specifica di intervento, sperando di poter esortire delle risposte positive o, in caso di risposta negativa e mancato miglioramento, si può cambiare trattamento oppure associarne un altro. Di solito, poco meno del 40% dei pazienti risponde in modo positivo al primo tipo di trattamento.

 

Studio

E’ stato condotto uno studio finanziato dal National Institute of Health e pubblicato sulla rivista scientifica JAMA che ha permesso di individuare un marcatore in grado di predire quale sarà il migliore trattamento, psicofarmacologico o psicoterapico, per ogni singolo paziente. La Dott.ssa Helen Mayberg e i suoi collaboratori dell’Università di Atlanta, hanno sottoposto un campione di 38 soggetti affetti da disturbo depressivo maggiore ad un esame chiamato PET, esame neurodiagnostico che valuta il metabolismo del glucosio nelle diverse aree cerebrali. Questi pazienti sono stati sottoposti all’esame prima di essere assegnati ad un trattamento farmacologico con escitalopram oppure ad un ciclo di 16 sedute di psicoterapia cognitivo comportamentale.

 

Risultati

Dopo 12 settimane di trattamento:

12 soggetti con trattamento psicoterapico hanno risposto positivamente, mentre 9 non hanno mostrato miglioramenti11 soggetti con trattamento farmacologico hanno risposto positivamente, mentre 6 non hanno mostrato miglioramenti

Successivamente sono stati confrontate ed analizzate tutte le scansioni PET dei soggetti che hanno beneficiato della terapia farmacologica, dei soggetti che hanno beneficiato della psicoterapia e dei soggetti che non hanno beneficiato di nessuna terapia.

 

Dall’analisi dei dati è emerso che una regione cerebrale nota come insula anteriore presenta delle fortissime differenze tra i diversi gruppi. In particolare, un accentuato metabolismo del glucosio in questa regione, predice una buona risposta all’escitalopram e una scarsa risposta alla CBT, mentre, un ipometabolismo del glucosio in questa stessa regione, predice una buona risposta alla CBT e una scarsa risposta all’escitalopram.

 

Se i risultati di questo primo studio fossero confermati su numeri di pazienti più ampi, la scansione PET dell’insula anteriore potrebbe diventare un importante strumento per guidare la scelta del trattamento, psicofarmaci o psicoterapia, in pazienti con depressione maggiore. In questo modo sarebbe possibile ottimizzare le scelte terapeutiche e indirizzare, con ragionevole sicurezza e senza ulteriori sprechi di tempo, ogni singolo paziente verso il miglior trattamento possibile.

 

Per approfondimenti e consulenze in merito consultate la pagina:
www.psichiatra-a-milano.it