Il pensiero autocritico nella depressione: cosa accade nella nostra testa | Disturbi dell'Umore, Distimia e Depressione a Milano | Scoop.it

I pazienti depressi spesso sono caratterizzati da un forte senso autocritico e di inadeguatezza, pensieri di svalutazione ed emozioni negative. Questi modi di vedere se stessi potrebbero rappresentare dei fattori di rischio per lo sviluppo ed il mantenimento della depressione.

 

Un'equipe tedesca ha cercato di individuare le strutture cerebrali coinvolte nello sviluppo del pensiero autosvalutativo all'interno della depressione. Il campione preso in considerazione è stato diviso in gruppo di controllo ed in gruppo sperimentale al quale appartenevano soggetti con diagnosi di Depressione maggiore. Ad essi sono stati somministrati dei test che indagavano la loro capacità nella regolazione delle emozioni e, successivamente, è stato affidato loro il compito di scegliere da una lista tre aggettivi relativi al loro senso autocritico e tre aggettivi sempre negativi ma non per forza autocritici.

Inoltre, entrambi i gruppi sono stati sottoposti a risonanza magnetica e, ai soggetti depressi, sono state presentate delle immagini che contenevano aggettivi neutri, negativi generici ed autocritici.

 

Dall'analisi dei risultati è emersa una maggiore attivazione dell'amigdala (area importante nella gestione emotiva) nei pazienti depressi, ma non solo. I soggetti depressi sono stati sottoposti precedentemente a Terapia cognitivo comportamentale e suddivisi in soggetti response i quali avevano imparato a gestire le proprie emozioni relative al pensiero autocritico e in soggetti non response i quali ancora non sapevano gestire le proprie emozioni. I dati hanno rilevato un'iperattivazione dell'amigdala nei pazienti non response.

 

A cura del Dott Federico Baranzini

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