Disturbi dell'Umore, Distimia e Depressione a Milano
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Disturbi dell'Umore, Distimia e Depressione a Milano
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Depressione maggiore: psicoterapia dopo farmacoterapia riduce il rischio di recidiva

Quali possono essere gli effetti sul Disturbo depressivo maggiore di una terapia sequenziale costituita da farmacoterapia seguita da psicoterapia? Costituiscono un trattamento efficace? E' possibile ridurre il rischio di recidiva?

 

Ad illustrare e a far luce su questi aspetti è stata una ricerca condotta presso l'Università di Bologna all'interno della quale sono stati analizzati ben 17 studi clinici precedenti. In totale i soggetti presi in considerazione sono stati 1208, sottoposti a trattamento sequenziale e confrontati con 1075 soggetti di controllo che non hanno ricevuto questo tipo di trattamento. 

 

E' stato riscontrato che il rischio di recidiva era più basso con la terapia sequenziale. Inoltre, non è stata rilevata una differenza significativa negli esiti in riferimento al fatto che i pazienti avessero continuato la terapia farmacologica o l'avessero ridotta durante la psicoterapia. 

 

A cura del dott Federico Baranzini - Psichiatra per la Cura della Depressione a Milano

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Depressione: negli anziani i sintomi sono più gravi e persistenti

Depressione: negli anziani i sintomi sono più gravi e persistenti | Disturbi dell'Umore, Distimia e Depressione a Milano | Scoop.it

Quali sono le differenze nell'evoluzione del disturbo depressivo maggiore tra i giovani adulti e gli anziani?

 

Secondo uno studio olandese, che ha confrontato i sintomi all'inizio dello studio e dopo due anni di 1042 persone tra i 18 e 88 anni con disturbo depressivo maggiore, le persone con più di 70 anni avevano dalle due alle tre volte in più rispetto ai soggetti tra i 18 e i 29 anni, di avere una diagnosi di disturbo depressivo maggiore dopo due anni e di aver sofferto dei sintomi durante la maggior parte di quel periodo. Inoltre, è stato rilevato che i sintomi delle persone più anziane tendevano ad impiegare più tempo per andare incontro ad una remissione o per mostrare miglioramenti nella gravità della depressione.

 

Secondo gli studiosi, i motivi per i quali gli anziani sono caratterizzati da sintomi più gravi e persistenti possono essere attribuiti al fatto che gli anziani mostrano una maggiore probabilità di avere fattori di rischio per la depressione, come malattie croniche, solitudine o stili di vita poco sani. Anche l'invecchiamento ha un ruolo in tal senso in quanto è possibile che porti ad una riduzione della plasticità.

 

A cura del dott Federico Baranzini - Psichiatra per la Cura della Depressione a Milano

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Depressione, il rischio si ‘misura’ con la frequenza cardiaca

Depressione, il rischio si ‘misura’ con la frequenza cardiaca | Disturbi dell'Umore, Distimia e Depressione a Milano | Scoop.it

Esiste una relazione tra frequenza cardiaca e depressione? Nello specifico, può la misurazione della frequenza cardiaca dirci se la persona soffre o meno di depressione?

 

E' stato condotto uno studio dalla Goethe University di Francoforte in cui sono stati presi in considerazione 16 pazienti con disturbo depressivo maggiore, precedentemente sottoposti ad un trattamento abituale il quale non aveva prodotto risultati, e 16 soggetti sani. Ad entrambi i gruppi sono stati misurati i battiti cardiaci per 4 giorni e 3 notti e, nello specifico ai soggetti con depressione è stato somministrato un trattamento con ketamina.

 

I risultati sono stati commentati dalla principale ricercatrice dello studio, C. Schiweck, la quale ha affermato: "Abbiamo scoperto che i soggetti con depressione avevano sia una frequenza cardiaca di base più alta, sia una sua minore variazione. In media abbiamo visto che i pazienti depressi avevano una frequenza cardiaca che era di circa 10-15 battiti al minuto più alta rispetto al gruppo di controllo. Dopo il trattamento, abbiamo nuovamente misurato le frequenze cardiache e scoperto che sia la frequenza che la fluttuazione del battito cardiaco dei pazienti precedentemente depressi, erano cambiate ed erano più vicine a quelle riscontrate negli altri. Quando abbiamo visto che la ketamina porta a un rapido miglioramento dell'umore, ci siamo resi conto che potevamo usarla per capire il legame tra depressione e battito cardiaco".

 

A cura del dott Federico Baranzini - Psichiatra per la Cura della Depressione a Milano

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Le cose da sapere sull'efficacia degli antidepressivi

Le cose da sapere sull'efficacia degli antidepressivi | Disturbi dell'Umore, Distimia e Depressione a Milano | Scoop.it

Ad interrogarsi sull'efficacia degli antidepressivi sono stati i conduttori di uno studio britannico.

Lo studio, durato 6 anni e che ha riguardato oltre 116 mila pazienti con depressione, ha valutato ed analizzato i risultati dopo 8 settimane di trattamento in seguito alla comparazione sperimentale di un antidepressivo ed un placebo o di due diversi antidepressivi.

 

E' emersa una maggiore efficacia degli antidepressivi, soprattutto di alcuni, rispetto al placebo.

 

Rispetto allo studio, rimangono però aperte ed oggetto ancora di dibattito le questioni relative all'utilizzo e all'efficacia degli antidepressivi per le forme lievi o moderate e la questione relativa ai trattamenti superiori alle 8 settimane.

 

A cura del Dott Federico Baranzini

www.psichiatra-a-milano.it

 

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