Com'è possibile identificare precocemente soggetti a rischio di sviluppare disturbi legati all'ansia, alla depressione o un disturbo da deficit di attenzione e iperattività? E' possibile ed esistono dei biomarcatori cerebrali precoci?
I ricercatori della Northeastern University di Boston hanno condotto uno studio su 94 bambini non pre-selezionati sulla base del rischio di malattia. Hanno cercato di valutare se la connettività funzionale allo stato di riposo all'età di 7 anni fosse in grado di prevedere cambiamenti, quattro anni dopo, nei punteggi in un questionario psichiatrico impiegato per rintracciare problemi a livello del comportamento.
E' emerso che una connettività prefrontale mediale basale meno positiva e la corteccia prefrontale dorsolaterale erano associate al miglioramento dei problemi attenzionali quattro anni dopo, a differenza di una più debole connettività della corteccia cingolata anteriore sinistra e la corteccia prefrontale dorsolaterale al basale che prevedeva un peggioramento maggiore delle sottoscale di ansia o depressione ed isolamento, sintomi associati con il disturbo da deficit dell'attenzione e al disturbo depressivo.
Secondo una delle conduttrici dello studio Whitfield-Gabrieli: "Penso che queste evidenze potrebbero avere grandi implicazioni cliniche perchè l'identificazione di questi biomarcatori in così giovane età potrebbe promuovere interventi precoci in grado di mitigare o eventualmente prevenire la progressione della malattia psichiatrica".
A cura del dott Federico Baranzini - Psichiatra per la Cura della Depressione a Milano