La scienza e la ricerca hanno fatto notevoli passi in avanti nell'ambito del trattamento farmacologico della depressione, anche se, i farmaci in uso, richiedono un tempo di circa 2-3 settimane per entrare in circolo ed esortire gli effetti. Questo tempo di latenza elevato, però, può in alcuni casi essere particolarmente critico. Inoltre, quasi il 30% dei pazienti con depressione risulta resistente ai trattamenti farmacologici.
Per questi motivi, sono state prese in considerazione altre sostanze da studiare.
In particolare, uno studio condotto dai ricercatori della Weill Cornell Medicine di New York ha posto l'attenzione sulla ketamina, sostanza inizialmente usata come anestetico che, assunta a dosaggi bassi, ha degli effetti antidepressivi quasi immediati ma con una durata piuttosto ridotta. Nello studio si è cercato di far luce sul meccanismo d'azione di questa molecola, ancora non del tutto conosciuto.
I ricercatori hanno notato che la ketamina ha permesso il ripristino parziale delle spine dendritiche precedentemente scomparse, piccole protuberanze sulle ramificazioni dei neuroni importanti nella ricezione dei segnali provenienti da altri neuroni, e hanno notato l'alleviamento dei comportamenti depressivi.
Ampliando la conoscenza del meccanismo d'azione della ketamina si necessita di ulteriori studi che permettano di allungarne il periodo d'azione.
A cura del dott Federico Baranzini - Psichiatra per la Cura della Depressione a Milano
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