Depressione, il rischio si ‘misura’ con la frequenza cardiaca | Disturbi dell'Umore, Distimia e Depressione a Milano | Scoop.it

Esiste una relazione tra frequenza cardiaca e depressione? Nello specifico, può la misurazione della frequenza cardiaca dirci se la persona soffre o meno di depressione?

 

E' stato condotto uno studio dalla Goethe University di Francoforte in cui sono stati presi in considerazione 16 pazienti con disturbo depressivo maggiore, precedentemente sottoposti ad un trattamento abituale il quale non aveva prodotto risultati, e 16 soggetti sani. Ad entrambi i gruppi sono stati misurati i battiti cardiaci per 4 giorni e 3 notti e, nello specifico ai soggetti con depressione è stato somministrato un trattamento con ketamina.

 

I risultati sono stati commentati dalla principale ricercatrice dello studio, C. Schiweck, la quale ha affermato: "Abbiamo scoperto che i soggetti con depressione avevano sia una frequenza cardiaca di base più alta, sia una sua minore variazione. In media abbiamo visto che i pazienti depressi avevano una frequenza cardiaca che era di circa 10-15 battiti al minuto più alta rispetto al gruppo di controllo. Dopo il trattamento, abbiamo nuovamente misurato le frequenze cardiache e scoperto che sia la frequenza che la fluttuazione del battito cardiaco dei pazienti precedentemente depressi, erano cambiate ed erano più vicine a quelle riscontrate negli altri. Quando abbiamo visto che la ketamina porta a un rapido miglioramento dell'umore, ci siamo resi conto che potevamo usarla per capire il legame tra depressione e battito cardiaco".

 

A cura del dott Federico Baranzini - Psichiatra per la Cura della Depressione a Milano

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