Disturbi dell'Umore, Distimia e Depressione a Milano
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Meno sintomi depressivi con probiotici e prebiotici

Meno sintomi depressivi con probiotici e prebiotici | Disturbi dell'Umore, Distimia e Depressione a Milano | Scoop.it

Quale può essere il ruolo dei probiotici e dei prebiotici nei casi di depressione?

E' stata condotta una revisione di sette studi precedentemente pubblicati nella quale si è cercato di dare una spiegazione al quesito sopracitato.

 

Dalla revisione di questi studi, in cui sono stati osservati 12 ceppi di probiotici, sono emersi una riduzione o un miglioramento significativi, nonchè variazioni clinicamente rilevanti, nelle misurazioni biochimiche di ansia o depressione con i probiotici da soli o in associazione a prebiotici, rispetto al placebo o a nessun trattamento.

 

Per quanto dalla revisione siano emersi notevoli effetti positivi, il team dello studio ha sottolineato il fatto che tutti gli studi si sono mostrati troppo piccoli e brevi per trarre ampie conclusioni su probiotici e prebiotici in riferimento alla prevenzione o al trattamento dei disturbi dell'umore.

 

A cura del dott Federico Baranzini - Psichiatra per la Cura della Depressione a Milano

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Il meccanismo antidepressivo della ketamina

Il meccanismo antidepressivo della ketamina | Disturbi dell'Umore, Distimia e Depressione a Milano | Scoop.it

La scienza e la ricerca hanno fatto notevoli passi in avanti nell'ambito del trattamento farmacologico della depressione, anche se, i farmaci in uso, richiedono un tempo di circa 2-3 settimane per entrare in circolo ed esortire gli effetti. Questo tempo di latenza elevato, però, può in alcuni casi essere particolarmente critico. Inoltre, quasi il 30% dei pazienti con depressione risulta resistente ai trattamenti farmacologici.

Per questi motivi, sono state prese in considerazione altre sostanze da studiare.

 

In particolare, uno studio condotto dai ricercatori della Weill Cornell Medicine di New York ha posto l'attenzione sulla ketamina, sostanza inizialmente usata come anestetico che, assunta a dosaggi bassi, ha degli effetti antidepressivi quasi immediati ma con una durata piuttosto ridotta. Nello studio si è cercato di far luce sul meccanismo d'azione di questa molecola, ancora non del tutto conosciuto.

 

I ricercatori hanno notato che la ketamina ha permesso il ripristino parziale delle spine dendritiche precedentemente scomparse, piccole protuberanze sulle ramificazioni dei neuroni importanti nella ricezione dei segnali provenienti da altri neuroni, e hanno notato l'alleviamento dei comportamenti depressivi.

 

Ampliando la conoscenza del meccanismo d'azione della ketamina si necessita di ulteriori studi che permettano di allungarne il periodo d'azione.

 

A cura del dott Federico Baranzini - Psichiatra per la Cura della Depressione a Milano

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Familiare depresso: 4 consigli su come comportarsi

Familiare depresso: 4 consigli su come comportarsi | Disturbi dell'Umore, Distimia e Depressione a Milano | Scoop.it

Spesso si pensa che la depressione sia una malattia lontana da noi, che non può riguardare noi stessi o un nostro familiare e pertanto non ce ne preoccupiamo. Questo ragionamento può risultare sbagliato e può esporci a non essere pronti a fronteggiarla.

 

Di fronte ad un familiare con depressione e quindi di fronte ad una persona con apatia che ha perso l'interesse nello svolgimento delle normali attività quotidiane, frasi come "Non vuole collaborare", "Non puoi provare", "Non vuoi fare" rischiano di essere controproducenti per chi le riceve andando ad incrementare il senso di colpa che già si possiede. Pertanto, sarebbe più opportuno dire che non si preoccupi, nè si sforzi e che starà meglio, in modo da rimandare la percezione di essere presenti, non invadenti, di non irrompere con continue sollecitazioni e ridurre al minimo il rischio di infondere sensi di colpa o comunque di alimentarli.

 

Inoltre, per poter aiutare una persona depressa a noi vicina, oltre alla comprensione, la disponibilità all'ascolto, sarebbe opportuno mostrarsi vicino anche nello svolgimento delle attività quotidiane, essere presenti sia durante che dopo la fase acuta e rimandare l'idea che qualcuno di competente può aiutarla come ad esempio uno specialista.

 

A cura del dott Federico Baranzini - Psichiatra per la Cura della Depressione a Milano

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Sos depressione: in Italia curato solo il 17% dei pazienti

Sos depressione: in Italia curato solo il 17% dei pazienti | Disturbi dell'Umore, Distimia e Depressione a Milano | Scoop.it

Dall'ultimo Congresso nazionale della Società italiana di psichiatria è emerso che, se pur negli ultimi 10 anni la depressione ha fatto registrare in Italia un aumento del 20%, nella media europea i pazienti trattati sono il 23% mentre in Italia i pazienti trattati risultano essere solo il 17%. E non solo. Sempre dallo studio condotto dall'Organizzazione Mondiale della Sanità arriva un altro dato per il quale in Italia si stima che soffra di depressione maggiore circa il 3% della popolazione e che circa metà di queste persone non ha percepito la propria depressione come una patologia da curare.

 

Sono proprio gli psichiatri che, soffermandosi su questi dati, hanno affermato: "La Sip sta cercando di stimolare le Istituzioni per dare il via a una campagna nazionale contro la depressione". Gli stessi psichiatri si sono soffermati anche sul fatto che altre patologie possono far aumentare i tassi di prevalenza della depressione e, in senso inverso, la depressione può essere considerata un fattore di rischio per le stesse patologie.

 

A cura del dott Federico Baranzini - Psichiatra per la Cura della Depressione a Milano

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La depressione, un parassita invisibile

La depressione, un parassita invisibile | Disturbi dell'Umore, Distimia e Depressione a Milano | Scoop.it

La depressione rappresenta un disturbo spesso sottovalutato o minimizzato e alle volte la depressione clinica vera e propria viene confusa con una deflessione del tono dell'umore circostanziata e transitoria.

 

La depressione clinica è caratterizzata dalla perdita di interesse e di piacere verso quelle attività che prima risultavano gradevoli, da insonnia, perdita o aumento dell'appetito, difficoltà di concentrazione e attenzione, bassa autostima, alterazioni del funzionamento sociale, lavorativo e scolastico.

 

Per questo è importante intervenire. I trattamenti maggiormente fluenti riguardano la farmacoterapia , la psicoterapia e alle volte è indicato un trattamento combinato, che coniughi entrambe le modalità di intervento.

 

A cura del Dott Federico Baranzini

www.psicoterapeuta-a-milano.it

 

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Depressione. Studio preclinico Iss: “Farmaci più efficaci grazie ad una maggiore plasticità neurale”

Depressione. Studio preclinico Iss: “Farmaci più efficaci grazie ad una maggiore plasticità neurale” | Disturbi dell'Umore, Distimia e Depressione a Milano | Scoop.it

E' stato condotto uno studio preclinico presso l'Istituto Superiore di Sanità per comprendere quale possa essere il metodo più indicato e alternativo per trattare quei soggetti che non rispondono al trattamento con antidepressivi serotoninergici.

Lo studio ha preso in considerazione ed ha analizzato i processi di neuroplasticità e di infiammazione cerebrale.

 

Per I. Branchi, uno degli autori dello studio: "Neuroplasticità e infiammazione cerebrale sono interdipendenti ed il nostro lavoro mostra come fenomeni di neuroplasticità, quali la formazione di nuove connessioni tra le cellule del cervello, necessari per l'effetto benefico degli antidepressivi, siano possibili solo quando l'infiammazione è mantenuta all'interno di uno specifico intervallo fisiologico di valori".

 

Anche S. Poggini, ulteriore conduttrice dello studio, ha affermato: "Abbiamo potuto constatare come livelli troppo alti o troppo bassi di infiammazione siano associati a una ridotta plasticità cerebrale e come mantenere l'infiammazione in un intervallo fisiologico di valori sia associato a una più alta neuroplasticità".

 

Che la chiave del trattamento sia proprio questa ovvero equilibrare la neuroplasticità e l'infiammazione? Si attendono studi clinici per dare risposta.

 

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Terapia del testosterone per curare la depressione maschile

Terapia del testosterone per curare la depressione maschile | Disturbi dell'Umore, Distimia e Depressione a Milano | Scoop.it

E' stato condotto un grande studio che ha preso in considerazione 27 studi precedentemente condotti per un totale di 1.890 uomini che hanno costituito il campione. Alcuni di questi studi si sono interessati di valutare uomini con bassi livelli di testosterone, uomini che non mostravano questo problema, uomini che non avevano sviluppato un disturbo depressivo e uomini, invece, che avevano già mostrato i primi sintomi e uomini che erano già stati sottoposti a trattamenti farmacologici.

 

Dalla valutazione dei risultati ottenuti da questi precedenti studi, è emerso che, coloro che sono stati sottoposti a trattamenti che prevedevano l'utilizzo di testosterone, hanno mostrato un miglioramento dei sintomi depressivi, miglioramento pari al 130%.

 

Se i risultati ottenuti possono sembrare avvincenti, è importante essere cauti nel paragonare e vedere la terapia del testosterone alla stregua di quella che impiega gli antidepressivi. Pertanto, si necessita di ulteriori ricerche.

 

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Come la ketamina combatte la depressione

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Quando si parla di nuova generazione di farmaci per la cura della depressione cosa si intende e a cosa si fa riferimento?

E' stato condotto a Stanford uno studio che ha preso in considerazione la ketamina, prodotto sottoposto ad analisi per valutare se può essere trasformato in un nuovo farmaco e quindi per dare origine ad una nuova tipologia di antidepressivi.

 

Per quanto il meccanismo scientifico per cui la ketamina possa ostacolare la sintomatologia depressiva sia ancora poco chiaro, è stato evidenziato che agisce su una rete di recettori cerebrali chiamata sistema del glutammato e che influenza anche la rete degli oppioidi del cervello, riducendo i sintomi depressivi di circa il 90%.

 

Al di là dei risultati ottenuti in quanto ancora vi è tanta strada da fare, lo studio ha aperto un varco su un tema ancora non proprio sviscerato del tutto e sull'applicazione o comunque l'ipotetico impiego di sostanze che, pur nascendo come sostanze non utilizzate per il trattamento della depressione, potrebbero dare dei risultati.

 

A cura del Dott Federico Baranzini

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Depressione cronica. Meglio la psicoterapia strutturata

Depressione cronica. Meglio la psicoterapia strutturata | Disturbi dell'Umore, Distimia e Depressione a Milano | Scoop.it

Quanto è più efficace una terapia strutturata, specifica e personalizzata rispetto ad una terapia di sostegno e di supporto aspecifica nel trattamento della depressione cronica?

Uno studio tedesco si è interessato di indagare gli effetti ed i benefici prodotti da terapia strutturate, specifiche e terapie di sostegno aspecifiche.

 

I pazienti presi in considerazione con depressione cronica ad insorgenza precoce sono stati suddivisi in due gruppi: un gruppo è stato sottoposto ad una terapia strutturata ad approccio cognitivo comportamentale ed un altro gruppo ad una terapia di supporto.

 

E' stato notato che il primo gruppo dopo 20 settimane mostrava maggiori probabilità di rispondere al trattamento o di remissione e mostrava vantaggi significativi anche nella qualità della vita connessa allo stato di salute mentale.

 

A cura del Dott Federico Baranzini

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Antidepressivi, chi ne ha più bisogno non li usa

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E' sempre più evidente il dato per cui chi necessita di una terapia farmacologica per contrastare i problemi legati all'umore e alle sue alterazioni, non intraprende questa strada, a differenza di coloro che soffrono di stati di depressione di lieve entità o semplici stati di tristezza. Una persona su tre che realmente necessita di una terapia ne fa uso.

 

Secondo C. Mencacci, Presidente della Società Italiana di Psichiatria: "La depressione non è una semplice condizione di tristezza e demoralizzazione. Il soggetto non deve avere un temperamento malinconico ma deve aver sviluppato su quel temperamento uno stato depressivo. E un singolo evento non può causare uno stato di depressione, ma è l'interazione di quell'evento con una vulnerabilità biologica individuale a scatenarla".

 

Inoltre, una volta diagnosticato un problema legato all'umore, è necessario procedere all'individuazione di una terapia o trattamento individualizzato, che può variare da soggetto a soggetto, in funzione delle proprie caratteristiche e dei problemi riportati.

 

A cura del Dott Federico Baranzini

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