Disturbi dell'Umore, Distimia e Depressione a Milano
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Disturbi dell'Umore, Distimia e Depressione a Milano
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Depressione in gravidanza e post partum: come intervenire

Depressione in gravidanza e post partum: come intervenire | Disturbi dell'Umore, Distimia e Depressione a Milano | Scoop.it

Esistono diversi disturbi legati all'umore come ad esempio la depressione in gravidanza e la depressione post partum. Entrambe rappresentano due condizioni nelle quali si pensi le donne non possano incorrere ed, invece, la propria incidenza non è da sottovalutare.

 

La stessa dottoressa R. Anniverno, psichiatra e responsabile del Centro Psiche Donna di Milano, nella trattazione di queste tematiche, ha affermato: "La depressione in gravidanza spesso non viene nè riconosciuta nè diagnosticata. La donna se ne vergogna, si sente in colpa e alcuni sintomi sono considerati normali durante la gestazione. Può succedere anche che una donna viva la gravidanza con grande benessere e incorra poi in un episodio depressivo dopo la nascita del bambino. Bisogna intervenire affinchè tutto sia risolto con il minor dispendio di energie possibile per la paziente. Ci sono alcune molecole ormai note con un peso molecolare alto che non raggiungono il bambino e posso essere assunte anche durante l'allattamento. La mamma è il riferimento principale per il bambino e una mamma depressa è sofferente ma anche assente non solo nella cura pratica ma anche nella relazione affettiva. E questo può compromettere lo sviluppo del bambino".

 

A cura del dott Federico Baranzini - Psichiatra per la Cura della Depressione a Milano

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In Italia la pandemia ha quintuplicato i casi di depressione

In Italia la pandemia ha quintuplicato i casi di depressione | Disturbi dell'Umore, Distimia e Depressione a Milano | Scoop.it

Le conseguenze della pandemia che ormai da oltre un anno tutto il mondo si trova a gestire riguardano ad ampio spettro la vita di ognuno di noi, da quelle fisiche a quelle economiche, a quelle che coinvolgono la salute mentale.

 

In riferimento a quest'ultimo aspetto, si tratta ad esempio di un aumento dei casi di ansia e depressione legati al coronavirus. I sintomi depressivi sono quintuplicati nella popolazione, infatti, il 32% manifesta sintomi depressivi e in Italia si stimano nei prossimi mesi fino a 150000 casi di depressione maggiore in più.

 

M. Di Giannantonio, Presidente della Società Italiana di Psichiatria, commentandone l'incremento, ha affermato: "E' fondamentale che sia garantito un maggiore sostegno economico ai centri di salute mentale o non riusciremo a contenere l'ondata di pazienti del prossimo futuro. L'OMS aveva previsto che i disturbi mentali sarebbero diventati i più diffusi al mondo entro il 2030, ma tutti gli indicatori suggeriscono che con la pandemia il sorpasso sia già avvenuto".

 

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Covid. L’allarme degli psichiatri: “Nei prossimi mesi ci aspettiamo 800mila nuovi casi di depressione tra chi si è contagiato ma non solo”

Depressione, ansia, disturbi psichiatrici, quali conseguenze sulla salute mentale a seguito della pandemia?

 

Si è svolto il Congresso Nazionale della Società Italiana di NeuroPsicoFarmacologia, una parte del quale è stata dedicata proprio alle implicazioni psicologiche. E' emerso che metà delle persone contagiate mostra disturbi psichiatrici e, nello specifico, il 42% ansia o insonnia, il 28% disturbo post-traumatico da stress, il 20% disturbo ossessivo-compulsivo ed il 32% di chi ha vissuto il virus sviluppa sintomi depressivi. Purtroppo questa realtà va ben oltre. Considerando anche i familiari delle persone decedute, si stima che il 10% andrà incontro a depressione entro un anno. A far aumentare le percentuali vi sono altri fattori connessi alla pandemia ovvero il basso reddito e la condizione di disoccupazione.

 

Queste e altrettante previsioni nonchè dati sulla tematica hanno estrema rilevanza in quanto sottolineano l'importanza della salute mentale e della focalizzazione dell'attenzione su di essa per mezzo di interventi riguardanti non solo il trattamento ma anche la prevenzione.

 

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In Italia la depressione non è uguale per tutti e con la pandemia aumenta

La Fondazione Onda con il sostegno di alcune Società importanti come ad esempio, una tra le diverse, la Società Italiana di Psichiatria, nel 2020 ha portato avanti un progetto il quale continuerà nel 2021. Nello specifico, il progetto ha previsto la focalizzazione dell'attenzione sull'impatto della depressione nelle diverse realtà italiane con l'obiettivo di creare una sensibilizzazione rispetto all'argomento. 

 

Così come spiegato da C. Mencacci, presidente del Comitato Scientifico Fondazione Onda e della Società Italiana di Neuropsicofarmacologia: "Le impostazioni di diagnosi e cura sono clinicamente e scientificamente omogenee in tutta Italia, ma ci sono diseguaglianze evidenti nell'accesso effettivo alle terapie che dipendono da differenze negli investimenti sulla salute mentale e nelle modalità di organizzazione dei servizi sul territorio".

 

A complicare la situazione e a rendere il quadro più complesso è stata l'emergenza sanitaria aumentando il malessere psicologico ed il numero di casi di depressione. Soprattutto in questo periodo, infatti, è importante valutare ed intervenire sulle implicazioni non solo fisiche ma anche psicologiche legate al covid strutturando modalità più adeguate di gestione dei disturbi legati al benessere e all'equilibrio psicologico.

 

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Depressione maggiore: psicoterapia dopo farmacoterapia riduce il rischio di recidiva

Quali possono essere gli effetti sul Disturbo depressivo maggiore di una terapia sequenziale costituita da farmacoterapia seguita da psicoterapia? Costituiscono un trattamento efficace? E' possibile ridurre il rischio di recidiva?

 

Ad illustrare e a far luce su questi aspetti è stata una ricerca condotta presso l'Università di Bologna all'interno della quale sono stati analizzati ben 17 studi clinici precedenti. In totale i soggetti presi in considerazione sono stati 1208, sottoposti a trattamento sequenziale e confrontati con 1075 soggetti di controllo che non hanno ricevuto questo tipo di trattamento. 

 

E' stato riscontrato che il rischio di recidiva era più basso con la terapia sequenziale. Inoltre, non è stata rilevata una differenza significativa negli esiti in riferimento al fatto che i pazienti avessero continuato la terapia farmacologica o l'avessero ridotta durante la psicoterapia. 

 

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Sintomi depressivi comuni nei primi tre anni dopo il parto

Sintomi depressivi comuni nei primi tre anni dopo il parto | Disturbi dell'Umore, Distimia e Depressione a Milano | Scoop.it

Con quale incidenza la depressione è presente nelle donne che hanno vissuto una gravidanza? Quali possono essere i fattori che generano i sintomi depressivi dopo una gravidanza?

Uno studio americano condotto da alcuni ricercatori guidati da D. Putnick si è occupato di quest'aspetto consultando 4866 donne alle quali è stato chiesto di compilare un questionario in grado di raccogliere informazioni sui sintomi depressivi a 4, 12, 24 e 36 mesi dopo il parto.

 

Il 74,7% del campione ha presentato livelli di sintomi depressivi bassi e stabili in tutte e quattro le fasi, mentre la restante parte ha riferito sintomi depressivi forti durante il follow up. In riferimento ai sintomi depressivi moderati sono stati rintracciati nell'11% delle donne a 4 mesi, nell'8% a 12 mesi, nel 6% a 24 mesi e nel 7% a 36 mesi.

 

Così come affermato da D. Putnick: "Fattori come il non avere abbastanza supporto sociale e complicazioni della gravidanza, come dare alla luce un bambino prematuro o avere diabete gestazionale, possono contribuire a un crescente stress che può sfociare in depressione".

 

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Depressione, il rischio si ‘misura’ con la frequenza cardiaca

Depressione, il rischio si ‘misura’ con la frequenza cardiaca | Disturbi dell'Umore, Distimia e Depressione a Milano | Scoop.it

Esiste una relazione tra frequenza cardiaca e depressione? Nello specifico, può la misurazione della frequenza cardiaca dirci se la persona soffre o meno di depressione?

 

E' stato condotto uno studio dalla Goethe University di Francoforte in cui sono stati presi in considerazione 16 pazienti con disturbo depressivo maggiore, precedentemente sottoposti ad un trattamento abituale il quale non aveva prodotto risultati, e 16 soggetti sani. Ad entrambi i gruppi sono stati misurati i battiti cardiaci per 4 giorni e 3 notti e, nello specifico ai soggetti con depressione è stato somministrato un trattamento con ketamina.

 

I risultati sono stati commentati dalla principale ricercatrice dello studio, C. Schiweck, la quale ha affermato: "Abbiamo scoperto che i soggetti con depressione avevano sia una frequenza cardiaca di base più alta, sia una sua minore variazione. In media abbiamo visto che i pazienti depressi avevano una frequenza cardiaca che era di circa 10-15 battiti al minuto più alta rispetto al gruppo di controllo. Dopo il trattamento, abbiamo nuovamente misurato le frequenze cardiache e scoperto che sia la frequenza che la fluttuazione del battito cardiaco dei pazienti precedentemente depressi, erano cambiate ed erano più vicine a quelle riscontrate negli altri. Quando abbiamo visto che la ketamina porta a un rapido miglioramento dell'umore, ci siamo resi conto che potevamo usarla per capire il legame tra depressione e battito cardiaco".

 

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Depressione post-partum. Entra nel vivo il progetto regionale finanziato dal Ministero

La nascita di un figlio rappresenta uno degli eventi più importanti e più belli per una donna. Per molte di esse, però, non è tutto così semplice e a manifestarsi può esserci la depressione post-partum. 

A tal proposito è stato selezionato e finanziato dal Ministero della Salute un progetto regionale di prevenzione, diagnosi e cura della depressione materna nella regione Veneto.

 

Partendo da una campagna informativa con la distribuzione di brochure e locandine, verrà avviato un programma di formazione che coinvolgerà 4 mila operatori sanitari per sensibilizzare sugli aspetti psichici della gravidanza e del parto, aiutare ad intercettare eventuali segnali di malessere o depressione e per creare rete tra servizi.

Il progetto prevede, inoltre, test di screening nei punti nascita del Veneto con l'obiettivo di identificare le neomamme a rischio.

 

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Disturbo disforico premestruale e Disturbo affettivo stagionale: basi comuni

Disturbo disforico premestruale e Disturbo affettivo stagionale: basi comuni | Disturbi dell'Umore, Distimia e Depressione a Milano | Scoop.it

Esistono dei punti di contatto, degli elementi in comune tra il Disturbo affettivo stagionale ed il Disturbo disforico premestruale?

 

Per quanto riguarda il Disturbo affettivo stagionale e la su eziopatogenesi, secondo i risultati di uno studio condotto all'Università di Copenhagen, le persone che sviluppano questo disturbo mostrano un'alterazione della molecola trasportatrice della serotonina chiamata SERT.

In riferimento al Disturbo disforico premestruale e la sua eziopatogenesi, in uno studio condotto da Rojanski ed altri, è stata rilevata una riduzione dei livelli plasmatici di serotonina in una fase specifica del ciclo ovarico in donne con questo disturbo.

 

Per entrambi i disturbi è riconosciuta l'efficacia terapeutica degli antidepressivi serotoninergici facendo supporre una base neurobiologica comune e facendo ipotizzare che i due disturbi possano essere la manifestazione di una stessa patologia.

 

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Depressione: la vulnerabilità psicologica durante la quarantena

Depressione: la vulnerabilità psicologica durante la quarantena | Disturbi dell'Umore, Distimia e Depressione a Milano | Scoop.it

Accanto alla domanda "Quali possono essere le implicazioni psicologiche della quarantena, dell'isolamento e, più in generale, di questa pandemia sulla popolazione" è possibile chiedersi anche quali possono essere nello specifico i risvolti psicologici in quei soggetti caratterizzati già da alcuni disturbi come ad esempio la depressione.

 

Si potrebbe assistere ad un incremento del senso di inadeguatezza e di chiusura che, sovrapponendosi alla già conclamata patologia, potrebbero rendere più complicato il quadro clinico. Da non trascurare è anche il senso di vergonga che molte persone possono sperimentare il quale, spesso, può condurre alla difficoltà nell'ammettere di esserne colpiti acuendo maggiormente la propria situazione.

 

E' importante, anche per questi motivi, focalizzare l'attenzione sulla salute mentale della popolazione in generale e su quella delle persone che già vivono una condizione di alterazione psicologica.

 

 

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Cervello. Già a 7 anni la sua “architettura” prevede Adhd e depressione

Cervello. Già a 7 anni la sua “architettura” prevede Adhd e depressione | Disturbi dell'Umore, Distimia e Depressione a Milano | Scoop.it

E' possibile predire i sintomi di alcuni disturbi come il disturbo di attenzione e iperattività e la depressione in età evolutiva?

E' stato condotto uno studio dalla Northeastern University di Boston in cui è stata analizzata la connettività funzionale allo stato di riposo all'età di 7 anni con l'obiettivo di valutare se fosse possibile prevedere alcuni cambiamenti a distanza di 4 anni per mezzo dell'impiego di un questionario pediatrico che indagava problemi comportamentali.

 

Dall'analisi dei risultati, per quanto siano emerse variazioni medie minime nei punteggi al questionario, è stata riscontrata una notevole variabilità tra i diversi partecipanti.

E' stata evidenziata una connettività prefrontale mediale basale meno positiva e la corteccia prefrontale dorsolaterale sono state associate al miglioramento dei problemi attenzionali 4 anni dopo. Di contro, una più debole connettività della corteccia cingolata anteriore sinistra e la corteccia prefrontale dorsolaterale alla basale prevedeva un peggioramento maggiore delle sottoscale ansia, depressione, senza cambiamenti nei disturbi somatici.

 

Così come affermato da Whitfield-Gabrieli, autrice dello studio: "L'identificazione di questi biomarcatori in così giovane età potrebbe promuovere interventi precoci in grado di mitigare o eventualmente prevenire la progressione della malattia psichiatrica".

 

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La salute mentale prima e dopo il parto

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Per quanto il periodo della gravidanza e quello successivo al parto rappresentino due momenti fondamentali nella vita di una donna caratterizzati da attesa, felicità, contentezza, non si escludono casi in cui, proprio in questi periodi, si possano presentare delle alterazioni legate all'ansia e all'umore.

 

Una percentuale di donne che va dal 10-16% al 14-23% ha avuto un episodio depressivo in gravidanza con un andamento maggiore nel primo trimestre che decresce nelle fasi successive. A differenza della depressione, lo stato di ansia aumenta con il progredire della gravidanza raggiungendo valori più alti nel terzo trimestre.

In seguito al parto, tra il 50 e l'80% delle donne presenta sintomi depressivi lievi, condizione comunemente chiamata baby blues. Nella maggior parte dei casi quest'ultima si risolve in tempi piuttosto brevi, ma nel 20% delle donne si evolve in una forma di depressione più grave, la depressione post partum. Dopo il parto, anche i disturbi d'ansia sono comuni quanto l'alterazione dell'umore. In particolare, il disturbo ossessivo compulsivo colpisce, dopo il parto, tra il 2 ed il 5% delle donne, mentre il disturbo post traumatico da stress tra il 2-3% fino al 25%.

 

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Cervello: già a 7 anni la sua “architettura” prevede ADHD e depressione

Cervello: già a 7 anni la sua “architettura” prevede ADHD e depressione | Disturbi dell'Umore, Distimia e Depressione a Milano | Scoop.it

Com'è possibile identificare precocemente soggetti a rischio di sviluppare disturbi legati all'ansia, alla depressione o un disturbo da deficit di attenzione e iperattività? E' possibile ed esistono dei biomarcatori cerebrali precoci?

 

I ricercatori della Northeastern University di Boston hanno condotto uno studio su 94 bambini non pre-selezionati sulla base del rischio di malattia. Hanno cercato di valutare se la connettività funzionale allo stato di riposo all'età di 7 anni fosse in grado di prevedere cambiamenti, quattro anni dopo, nei punteggi in un questionario psichiatrico impiegato per rintracciare problemi a livello del comportamento.

 

E' emerso che una connettività prefrontale mediale basale meno positiva e la corteccia prefrontale dorsolaterale erano associate al miglioramento dei problemi attenzionali quattro anni dopo, a differenza di una più debole connettività della corteccia cingolata anteriore sinistra e la corteccia prefrontale dorsolaterale al basale che prevedeva un peggioramento maggiore delle sottoscale di ansia o depressione ed isolamento, sintomi associati con il disturbo da deficit dell'attenzione e al disturbo depressivo.

 

Secondo una delle conduttrici dello studio Whitfield-Gabrieli: "Penso che queste evidenze potrebbero avere grandi implicazioni cliniche perchè l'identificazione di questi biomarcatori in così giovane età potrebbe promuovere interventi precoci in grado di mitigare o eventualmente prevenire la progressione della malattia psichiatrica".

 

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L'uso regolare di antidepressivi può ridurre il rischio di complicanze del diabete

L'uso regolare di antidepressivi può ridurre il rischio di complicanze del diabete | Disturbi dell'Umore, Distimia e Depressione a Milano | Scoop.it

E' nota l'efficacia dell'assunzione di farmaci antidepressivi per il trattamento della depressione. Nei casi in cui i soggetti soffrano anche di diabete?

 

E' stato condotto uno studio pubblicato su Journal of Clinical Endocrinology & Metabolism partendo dall'analisi dei dati presenti nel database dell'assicurazione universale di Taiwan appartenenti ad oltre 36000 adulti con depressione e diabete appena trattato.

Gli stessi autori dello studio hanno sottolineato, prima ancora di commentarne i risultati, che i soggetti con diabete hanno un rischio più elevato di andare incontro a depressione, che a sua volta aumenta le probabilità di decesso o di insorgenza di complicanze del diabete.

 

Cos'è emerso dallo studio?

Così come affermato dall'autore senior dello studio, Shi-Heng Wang: "Gli antidepressivi potrebbero avere effetti collaterali cardiometabolici, ma i pazienti che soffrono di depressione hanno anche un rischio maggiore di complicanze del diabete. Il nostro studio ha dimostrato che l'uso regolare della terapia antidepressiva potrebbe attenuare l'effetto avverso della depressione tra i pazienti che soffrono di entrambe le condizioni".

 

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La depressione secondo le neuroscienze affettive

Diverse sono le ipotesi eziologiche della depressione che sono state prese in considerazione da diversi studi. 

Molti studiosi, valutando e analizzando la parte affettiva, si sono interessati al concetto di perdita e di separazione ipotizzandone un ruolo nella depressione.

 

Panksepp ha teorizzato un'alterazione del sistema che incoraggia i mammiferi ad interagire con l'ambiente. Secondo l'autore, l'attivazione del sistema spinge gli animali a soddisfare i propri bisogni, a ricercare nuove gratificazioni, ad esplorare.  Al contrario, secondo l'autore, un'ipoattivazione del sistema sarebbe associata a sensazioni di vuoto, mancanza di speranza e di interesse. 

E' stato preso in considerazione anche il sistema legato allo stress da separazione. Quando un legame sociale viene spezzato, per via di un lutto o di una separazione, il soggetto cerca disperatamente il ricongiungimento. Se quanto descritto non avviene, entra in gioco un secondo meccanismo, il quale attenua lo stress da separazione e porta il soggetto ad arrendersi.

 

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La depressione da giovani aumenta il rischio di 66 malattie

La depressione in età evolutiva e adolescenziale può aumentare il rischio di patologie adulte?

 

E' stato condotto uno studio presso il Karolinska Institutet dal quale è emerso come bambini e adolescenti con depressione mostrino un aumento del rischio di sviluppare e di avere diagnosi di altre patologie future. Un esempio è dato dalla presenza di disturbi del sonno, diabete, malattie renali ed epatiche, ma non solo. E' stato notato anche un aumento del rischio di autolesionismo. Molte delle patologie riscontrate successivamente si sono presentate con maggiore rischio negli uomini ed alcune nelle donne.

 

Per quanto non sia possibile affermare con certezza l'esistenza di questa relazione e quindi il ruolo della depressione ad esordio precoce come fattore di rischio per altre patologie, è importante comunque non sottovalutare la depressione in quanto disturbo dai molteplici aspetti sul quale è necessario intervenire tempestivamente ed avviare interventi di prevenzione.

 

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La dieta mediterranea mette ko la depressione

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Quanto è importante seguire un'alimentazione corretta per il nostro benessere psicologico? Nello specifico, può la dieta mediterranea aiutare nella prevenzione di disturbi come la depressione?

Secondo lo psichiatra M. Berk, esperto in disturbi dell'umore e terapie innovative presso la Deakin University di Melbourne, ciò può accadere. 

Una dieta non equilibrata può favorire la depressione in funzione di uno stato infiammatorio che si crea in seguito al consumo di alcuni alimenti.

Berk sottolinea l'importanza di una buona educazione alimentare sin dalle prime fasi di vita ed in gravidanza, soprattutto per le persone a rischio depressione.

 

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Malattie infiammatorie intestinali più aggressive nei soggetti depressi

Esiste una relazione  tra la depressione e le malattie infiammatorie intestinali? In che modo la depressione può influenzarne il decorso?

E' stato condotto uno studio statunitense su 2798 pazienti con malattia di Crohn e 1516 pazienti con colite ulcerosa con l'obiettivo di valutare ipotetici livelli di depressione e gli effetti della depressione di base sulla malattia.

 

Dall'analisi dei risultati è emerso che, secondo il questionario sulla depressione che è stato somministrato al campione, il 38% dei pazienti con malattia di Crohn e il 32% di quelli con colite ulcerosa erano depressi. Inoltre, i pazienti del primo gruppo che si erano mostrati depressi al basale hanno manifestato rischi significativamente elevati di recidiva, di ospedalizzazione e di necessità di interventi chirurgico per la malattia infiammatoria intestinale di cui soffrivano ed, i pazienti del secondo gruppo con depressione basale, hanno mostrato un rischio significativamente elevato di ospedalizzazione e di necessità di intervento chirurgico.

 

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Depressione e ansia sono biochimicamente differenti

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E' stato condotto uno studio dai ricercatori dell'Amsterdam UMC, sulla base del Netherlands Study of Anxiety and Depression, con l'obiettivo di comprendere se l'ansia e la depressione hanno basi biochimiche diverse. Lo studio ha riguardato 304 persone con depressione, 548 con ansia, 531 con depressione e ansia concomitanti, 807 con disturbi in remissione e 634 controlli sani. A tutti i soggetti sono stati prelevati campioni di sangue per verificare la presenza di associazioni tra 40 metaboliti e sintomi di depressione e ansia.

 

E' emerso che dei 40 marcatori metabolici, 13 differivano significativamente tra i gruppi. Rispetto ai controlli sani, la maggior parte delle alterazioni in tal senso è stata osservata nel gruppo con sola depressione, il quale presentava anche quantità e tipi di lipidi nel sangue molto diversi. Il gruppo con comorbilità manifestava un pattern attenuato ma simile di alterazioni mentre non sono state riscontrate alterazioni metaboliche in soggetti con sola ansia o disturbi in remissione. Inoltre, i ricercatori hanno osservato che la maggior parte dei metaboliti associati a depressione si correlava anche alla gravità della stessa. I pazienti con biomarcatori più compromessi tendevano ad avere una depressione più grave.

 

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Meno sintomi depressivi con probiotici e prebiotici

Meno sintomi depressivi con probiotici e prebiotici | Disturbi dell'Umore, Distimia e Depressione a Milano | Scoop.it

Quale può essere il ruolo dei probiotici e dei prebiotici nei casi di depressione?

E' stata condotta una revisione di sette studi precedentemente pubblicati nella quale si è cercato di dare una spiegazione al quesito sopracitato.

 

Dalla revisione di questi studi, in cui sono stati osservati 12 ceppi di probiotici, sono emersi una riduzione o un miglioramento significativi, nonchè variazioni clinicamente rilevanti, nelle misurazioni biochimiche di ansia o depressione con i probiotici da soli o in associazione a prebiotici, rispetto al placebo o a nessun trattamento.

 

Per quanto dalla revisione siano emersi notevoli effetti positivi, il team dello studio ha sottolineato il fatto che tutti gli studi si sono mostrati troppo piccoli e brevi per trarre ampie conclusioni su probiotici e prebiotici in riferimento alla prevenzione o al trattamento dei disturbi dell'umore.

 

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Depressione: più fiducia se si riconosce il «peso» della biologia

Depressione: più fiducia se si riconosce il «peso» della biologia | Disturbi dell'Umore, Distimia e Depressione a Milano | Scoop.it

In che modo le persone vedono e percepiscono la depressione e quali sono gli atteggiamenti che ne derivano?

E' stato condotto uno studio in cui sono state intervistate 319 persone le quali sono state interrogate su credenze, atteggiamenti ed esperienze. Nello specifico, dopo aver letto una descrizione della malattia e aver indicato se ne fossero state colpite o meno, è stato chiesto di riferire se a soffrirne secondo loro fosse stato anche qualcuno a loro vicino.

 

E' emerso che chi era convinto che la depressione avesse un'origine genetica, un'origine biologica, meno di frequente nutriva atteggiamenti negativi nei confronti di chi ne soffriva. Inoltre, chi ne aveva fatto esperienza, diretta o meno, ha mostrato atteggiamenti meno negativi verso le persone depresse ed una maggiore accettazione.

 

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Yoga, ancora una conferma: previene la depressione

Yoga, ancora una conferma: previene la depressione | Disturbi dell'Umore, Distimia e Depressione a Milano | Scoop.it

Sappiamo e siamo a conoscenza del fatto che l'attività fisica ha importanti effetti non solo sulla nostra salute fisica ma anche su quella mentale. E' anche vero che durante questa pandemia le possibilità di svolgere attività fisica si sono ridotte e pertanto abbiamo dovuto reinventare ed adattare il nostro movimento in funzione degli spazi domestici.

 

E' stata condotta un'analisi da parte di alcuni ricercatori australiani su alcuni studi controllati randomizzati rispetto all'impiego dello yoga per migliorare la salute mentale. Gli studi presi in considerazione sono stati condotti su adulti con diagnosi pregresse di disturbo mentale, ad esempio dai disturbi depressivi a quelli d'ansia. I partecipanti sono stati sottoposti ad interventi di yoga i quali hanno rappresentato più della metà dell'attività fisica.

 

I partecipanti che praticavano yoga hanno mostrato riduzioni più marcate dei sintomi depressivi, riduzioni che aumentavano all'aumentare della frequenza delle sessioni a settimana.

 

A cura del dott Federico Baranzini - Psichiatra per la Cura della Depressione a Milano

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Perdita di motivazione e di energia: il Disturbo Depressivo

Perdita di motivazione e di energia: il Disturbo Depressivo | Disturbi dell'Umore, Distimia e Depressione a Milano | Scoop.it

Oggi, nel linguaggio comune, non è difficile usare affermazioni del tipo "Sono depresso". Ciò che è importante però sapere è che vi sono delle distinzioni ulteriormente importanti relative a questo argomento che partono dall'intensità e dalla durata della sintomatologia. Sono proprio questi gli aspetti che permettono di differenziare i comuni stati psico-fisici da uno stato episodico di depressione.

Ad esempio si parla di Episodio Depressivo in riferimento ad un periodo circoscritto di almeno due settimane dove cinque o più sintomi vengono rilevati e che possono dipendere da una condizione medica generale o dalla presenza di un altro disturbo mentale. Si parla di Disturbo Depressivo quando la sintomatologia costituisce la manifestazione clinica di uno specifico disturbo psicologico.

 

E' importante affrontare il tema della Depressione in quanto, così come ipotizzato dall'Organizzazione Mondiale della Sanità, nel 2020 il disturbo avrebbe rappresentato la seconda causa di disabilità nel mondo ed infatti oggi il Disturbo Depressivo è il disturbo più diffuso dopo quelli cardiovascolari.

 

A cura del dott Federico Baranzini - Psichiatra per la Cura della Depressione a Milano

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Depressione: una tecnica innovativa regola l’ormone del buonumore

Depressione: una tecnica innovativa regola l’ormone del buonumore | Disturbi dell'Umore, Distimia e Depressione a Milano | Scoop.it

E' stato condotto uno studio dai ricercatori dell'Università di Verona in collaborazione con l'Università Vita-Salute San Raffaele con l'obiettivo di valutare i meccanismi che stanno alla base di una nuova tecnica chiamata Stimolazione transcranica a corrente diretta, attualmente in fase di studio nell'uomo per alcune patologie come la depressione ed il disturbo bipolare.

 

Così come affermato dal coordinatore dello studio, M. Cambiaghi: "Ci siamo concentrati nel misurare gli effetti della Stimolazione transcranica a corrente diretta sulla serotonina, uno dei neurotrasmettitori più importanti nella regolazione del tono dell'umore e fortemente implicati nella depressione. Abbiamo scoperto che la stimolazione acuta della corteccia prefrontale induce un'inibizione dei neuroni serotoninergici, un effetto simile a quello che producono i farmaci antidepressivi ad oggi usati in terapia".

 

A cura del dott Federico Baranzini - Psichiatra per la Cura della Depressione a Milano

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Disturbo bipolare: la terapia familiare ritarda le crisi

Disturbo bipolare: la terapia familiare ritarda le crisi | Disturbi dell'Umore, Distimia e Depressione a Milano | Scoop.it

La terapia familiare può in qualche modo aiutare a ritardare la comparsa di disturbi legati all'umore? Ad occuparsi di quest'aspetto è stato un gruppo di ricercatori dell'Università della California di Los Angeles.

 

Allo studio hanno preso parte giovani con disturbi legati all'umore i quali, insieme ai genitori, sono stati assegnati casualmente a due gruppi, di cui il primo ha previsto la terapia familiare ed il secondo cure potenziate.

 

E' stato notato che i giovani ad alto rischio nel gruppo della terapia familiare hanno mostrato intervalli più lunghi dal recupero all'emergenza del successivo disturbo e dalla randomizzazione al successivo episodio rispetto al secondo gruppo. Sebbene la terapia familiare sia stata associata a intervalli più lunghi tra i disturbi depressivi, non differiva dalla cura avanzata a episodi maniacali o ipomaniacali, dalle conversioni al disturbo bipolare o dalle traiettorie dei sintomi.

 

Così come affermato da D. Miklowitz: "Sorprendere la malattia precocemente, insegnando ai bambini e alle famiglie come affrontare gli sbalzi d'umore e comunicando in modo più efficace, può contribuire, nel tempo, a un risultato migliore. Quello che facciamo con la terapia familiare è formare bambini, adolescenti e i loro genitori a riconoscere i primi segnali di allarme di un disturbo in arrivo e a intervenire per evitare che si verifichi un episodio completo".

 

A cura del dott Federico Baranzini - Psichiatra per la Cura del Disturbo Bipolare a Milano

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