Depressione: genetica ed ambiente contribuiscono alla pari al rischio | Disturbi dell'Umore, Distimia e Depressione a Milano | Scoop.it

E’ stato riscontrato per la prima volta che l’ambiente nel quale si cresce è importante quanto i fattori genetici nel determinare il rischio di depressione maggiore. Questa conclusione deriva da uno studio retrospettivo condotto su 2,2 milioni di soggetti svedesi e loro genitori, e contradddice molti dati precedenti derivanti da studi gemellari, che avevano suggerito che la predisposizione genetica svolgesse il ruolo maggiore nell’ereditarietà della depressione.

 

Questi studi avevano campioni limitati e non sempre rappresentativi, come illustrato da Kenneth Kendler dell’università di Richmond, autore della presente indagine, che afferma che gli studi sulle famiglie con adozioni rappresentano forse il più potente mezzo disponibile per comprendere il meccanismo della trasmissione genitori-figli.

 

La depressione, sempre più comune, è associata a significativi problemi scolastici, lavorativi e di salute, ad abuso di droghe e ad un incremento del rischio di suicidio. Nella biologia psichiatrica si presta oggi una grande attenzione alla ricerca di geni coinvolti nelle patologie mentali.

 

E’ necessario fondare la ricerca in modo da non investigare soltanto fattori genetici, ma anche nel trovare i modi migliori per trattare i fattori psicosociali della depressione.

 

Il presente studio fornisce solide evidenze per supportare un trattamento per la salute mentale che includa una combinazione di farmaci e terapia. In presenza di un rischio genetico di depressione sarebbe saggio potenziare alcuni elementi dell’ambiente di supporto del bambino in modo da proteggerlo dalla trasmissione della depressione stessa.

 

Ciò è correlato con lo sviluppo emotivo del bambino, che deve imparare come provare, processare e regolare le proprie emozioni anziché metterle da parte.

 

A cura del dott Federico Baranzini - Psichiatra per la Cura della Depressione a Milano

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