Quanti di noi, durante la propria vita, mettono in atto comportamenti motori ripetitivi e non funzionali? Per alcuni possono diventare dannosi o imbarazzanti o semplicemente dare fastidio a chi vive intorno a noi. Diventano invalidanti quando raggiungono livelli di insistenza e di frequenza tali da influenzare la vita del soggetto.
A. Mattu, psicologo clinico specializzato in comportamenti ripetitivi focalizzati sul corpo, ha affermato che: "Tutti questi comportamenti riguardano la regione del cervello chiamata gangli basali che è coinvolta nel controllo della funzione motoria".
Nel momento in cui percepiamo una situazione come frustrante o stressante, i gangli basali selezionano (o non riescono ad inibire) un comportamento motorio predefinito, abitudinario.
Questi comportamenti ripetitivi hanno esordio durante l'infanzia. In questo periodo, non essendo capaci di riconoscere e processare le emozioni come fanno gli adulti, si ricorre a gesti motori per far fronte ad esse.
E' possibile prevedere un intervento cognitivo che miri ad aumentare la consapevolezza relativa a quest'abitudine, che permetta in particolare di capire quando avviene, cosa ci sta dicendo di noi e perchè diventa automatica, ed un intervento comportamentale che miri a trovare un'azione alternativa più funzionale.
A cura del Dott Federico Baranzini