Il commercio elettronico è in crescita.
Lo dicono tutti, ma soprattutto i dati, le statistiche economiche, tutte attendibili.
Ma non bisogna credere sia solo una moda del momento.
L'ecommerce è una delle poche alternative valide, oggi in Italia, per rilanciare l'economia, la propria ed anche quella del paese.
Costi ridottissimi e target di clientela praticamente illimitato.
Iniziare è semplice.
A breve una nuova guida gratuita di fiscosulweb.it vi mostrerà quali sono i passaggi per iniziare ed essere in regola con il fisco.
Nel frattempo, il Sole24Ore pubblica un articol che va in questa direzione e ci da un consiglio prezioso, per tutti: DIGITALIZZATE GENTE, DIGITALIZZATE
Ecco un passaggio dell'articolo del Sole24Ore:
"Il Web come antidoto contro la crisi? Studi, statistiche ed esperienze pionieristiche concordano tutte nel sostenerlo.
Certo, non si parla solo di Facebook e Twitter. Lo chiamano, sulla scorta di quanto scritto dal sociologo Manuel Castells, «capitalismo cognitivo»: una forma economica il cui perno è la conoscenza, l'uso che se ne fa e la sua diffusione.
L'impatto di Internet sul Pil
Un'economia profondamente diversa sia per ciò che produce sia per come lo produce e questo "come" è la digitalizzazione, della quale il Web è solo una parte.
Ma qual è l'impatto che Internet e tutte le tecnologie legate al digitale hanno sull'economia reale. Secondo l'Istat circa il 2% del Pil italiano è prodotto da «l'economia di Internet» e nel 2015 arriverà al 4,3%.
Solo l'indotto di Facebook genera un valore di circa 2,5 miliardi di euro. Una leva economica talmente forte da far essere la digitalizzazione dei processi produttivi uno dei veri antidoti alla crisi.
Le imprese "online-attive"
Lo confermano due importanti studi, uno di McKinsey e uno di Boston Consulting secondo i quali le imprese che fanno ampio ricorso alle tecnologie web crescono più del doppio rispetto alle imprese che ne fanno poco uso.
Per McKinsey, infatti le prime registrano una crescita media annua del 13% contro il 6,2% delle seconde.
Le piccole e medie imprese definite da Boston consulting "online-attive" - ossia che dispongono di un sito ed effettuano attività di marketing o di vendita in Rete - hanno registrato negli ultimi tre anni un aumento dell'occupazione e un incremento annuo del fatturato dell'1,2%, contro il -2,4% delle imprese "solo-online" (ossia dotate di un sito ma che non svolgono attività di marketing o di vendita in Rete) e il -4,5% delle imprese "offline" (prive cioè anche di pagina web).
Digitalizzate, gente, digitalizzate
Digitalizzate, gente, digitalizzate, verrebbe da dire. Ne sono convinti un po' tutti, dall'Unione europea al Governo italiano con le loro «Agende digitali».
Ne sono convinte le banche, che stanno «imparando» a finanziare gli investimenti in innovazione tecnologica e le start-up in servizi innovativi. Ne sono convinte le Telco, che promuovono servizi di connessione sempre più potenti e veloci.
Il contesto italiano
Certo, c'è ancora molto da fare. In Italia solo il 47% della popolazione ha un accesso a Internet, la banda larga collega solo il 26% della popolazione e il digital divide culturale, ovvero il ritardo nella conoscenza dei processi di digitalizzazione e delle opportunità che offrono, è ancora davvero profondo.
Ma la strada per battere la crisi o per affrontarla al meglio sembra proprio segnata, soprattutto per il nostro Paese, che vive su un tessuto fittissimo di piccole e piccolissime imprese, per le quali la digitalizzazione è più che un'occasione, è l'unica opportunità di sopravvivenza e sviluppo. (Il Sole 24 Ore - leggi su http://24o.it/9lSb0)
Leggi tutto l'articolo: http://bit.ly/YBXOj7
Fonte: http://www.ilsole24ore.com
A cura di Luca Taglialatela - www/fiscosulweb.it
Via
Luca Taglialatela