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Let's Be Evil: trailer dello sci-fi thriller in Realtà Aumentata

Let's Be Evil: trailer dello sci-fi thriller in Realtà Aumentata | Augmented World | Scoop.it

Nel nuovo sci-fi thriller Let’s Be Evil, tre adulti vengono assunti per supervisionare un programma di apprendimento avanzato per bambini dotati. Per vivere al meglio la loro educazione, i bambini indossano occhiali per la Realtà Aumentata. 


Presto questo esperimento, però, prende pieghe disastrose negli alloggi sotteranei dove sono ospitati i bambini. Il film è stato presentato allo Slamdance Festival a Park City (Utah) a gennaio di quest’anno. 


Questo nuovo sci-fi thriller sembra avere la giusta dose di ansia. L’uso degli occhiali AR è un buon pretesto per mostrare il film allo spettatore in prima persona, per farlo sentire parte del pericolo. Le potenzialità sono molte, speriamo che l’occasione venga colta nel modo giusto. Il film è diretto da Martin Owen. 


Nel cast troviamo Elizabeth Morris, Elliot James Langridge, Kara Tointon e Isabelle Allen. Let’s Be Evil sarà pubblicato in cinema selezionati, in Video on-demand e su alcune piattaforme digitali a partire dal 5 agosto.

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Netflix entra nella realtà virtuale

Netflix entra nella realtà virtuale | Augmented World | Scoop.it

Nel contesto dell'Oculus Connect 2015 molti produttori di contenuti hanno annunciato il proprio supporto per la realtà virtuale, che si preannuncia la next big thing del 2016. A tal fine si sono espressi 20th Century Fox (cui dedicheremo un articolo a parte), vimeo, hulus, twitch e molti altri, ma colpisce soprattutto l'ingresso in campo di Netflix, che com'è noto sta per entrare sul mercato italiano con la propria offerta principale.

 

La notizia è il lancio - per il momento vincolato al mercato USA di un'app pensata appositamente per permettere la fruizione dei contenuti in streaming tramite un visore virtuale come il Gear VR e - ovviamente - l'Oculus che arriverà a breve. Si chiama Netflix VR ed è già disponibile per gli utenti d'oltreoceano.

Mirko Compagno's insight:

 

Netflix entra nella realtà virtuale
Ma di cosa si tratta in realtà? Le app di questo tipo, tra cui quella di Netflix e di hulu (che uscirà in seguito) servono sostanzialmente per riprodurre due tipi diversi di contenuti: quelli classici, di qualsiasi natura, e quelli ottimizzati per VR.

 

Nel primo caso (che ovviamente sarà quello più frequente), l'app Netflix VR trasporta lo spettatore all'interno di scenari predefiniti che simulano ambienti domestici dedicati alla visione di film: in pratica, si viene catapultati in home theater da decine di migliaia di euro, con tanto di proiettori faraonici, poster di film ovunque (e di Netflix, occiamente) e schermi da 110 pollici o più di diametro.

 

È come essere in quella stanza che si sogna da anni ma non ci si può permettere. Nel comunicato ufficiale Netflix, l'azienda spiega - passo dopo passo - come ha realizzato uno scenario di questo tipo, che risoluzione dobbiamo attenderci considerando i limiti dei dispositivi VR e quali sono state le sfide tecniche più significative, compresa l'ottimizzazione dei layer sullo schermo, uno per il film e uno per l'interattività, e dei consumi.


Scelta la propria posizione in sala e selezionato il contenuto, il film viene letteralmente proiettato sullo schermo e lo spettatore può decidere di gustarselo in totale tranquillità oppure di guardarsi attorno per ammirare l'ambiente, che è disponibile a 360°. L'esperienza subisce ovviamente delle limitazioni, nel senso che non ci si può avvicinare allo schermo nè muoversi nella stanza, ma chi l'ha provato conferma un livello di coinvolgimento davvero notevole.

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Banshee Chapter è il primo film girato per Oculus Rift

Banshee Chapter è il primo film girato per Oculus Rift | Augmented World | Scoop.it

Ci si può immergere dentro una storia anziché guardarla su uno schermo come siamo sempre stati abituati a fare al cinema? È questa la scommessa di Jamwix, studio digitale di San Francisco che ha appena lanciato Banshee Chapter, il primo film per Oculus Rift, il casco di realtà virtuale atteso per il 2015 e di recente acquisito da Facebook per 2 miliardi di dollari. Pur essendo scaricabile gratuitamente sul sito di contenuti di Oculus , non molti potranno vederlo, dato che ad oggi sono in circolazione solo i kit di sviluppo venduti ai superappassionati che non volevano aspettare l’uscita del modello ufficiale del visore.

Mirko Compagno's insight:

 

Banshee Chapter è un horror che parte da fatti veri, ovvero l’esistenza di un programma segreto della Cia, operativo dal 1950 fino al 1973, per sperimentare droghe e sostanze chimiche su cittadini americani e studiare le reazioni del loro cervello, per sconfinare in una specie di film d’inchiesta sulla sparizione di un reporter impegnato a indagare sull’argomento, con tanto di filmati non autorizzati ritrovati per caso.

 

Il film era uscito in 3D negli Usa nel 2013, per la regia di Blair Erickson, ed aveva avuto anche buone recensioni ma pochi incassi, così i creatori hanno deciso che poteva essere adattato al concetto di realtà virtuale e ripubblicato anche per farsi un po’ di pubblicità.

 

L’idea, come si vede nel trailer, è di trasformare per quanto possibile la visione in immersione e dare la possibilità a chi indossa il casco di ruotare la testa e scegliere cosa guardare, come se non ci fosse più il regista a stabilire una gerarchia tra ciò che deve essere in primo piano e ciò che invece è meno importante.

Naturalmente come per il 3D, che ha diviso nettamente il pubblico tra favorevoli e contrari, dato che al cinema l’esperienza non vale sempre il prezzo del biglietto e a molti causa problemi visivi, anche questa nuova forma di intrattenimento che forse non si potrà più nemmeno chiamare cinema, dovrà trovare un nuovo linguaggio e dovrà fare i conti che il senso di immersione in una scena non sarà utilizzabile in tutti i casi: è già stato sperimentato che, nei videogame, le scene troppo movimentate causano a molti giocatori nausea e mal di testa e non c’è peggio di un’esperienza negativa per affossare una nuova tecnologia.

 

Questo non vuol dire però che manchino gli artisti interessati a sperimentare le possibilità offerte dal nuovo medium per trovare un inedito modello di narrazione, come per Zero Point , cortometraggio documentario che esplora proprio questa nuova frontiera.

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Bye bye 3D, al cinema inizia l’era della realtà virtuale

Bye bye 3D, al cinema inizia l’era della realtà virtuale | Augmented World | Scoop.it

Il nuovissimo televisore 3D potrebbe essere già vecchio. O almeno rischia di diventarlo con l’arrivo sul mercato di Oculus Rift: al Sundance, il festival del cinema indipendente in corso fino al 31 gennaio a Park City (USA), si è infatti avuto un assaggio della realtà virtuale applicata al cinema, in grado di offrire allo spettatore un’esperienza più coinvolgente e immersiva di quella possibile con il 3D.

Mirko Compagno's insight:

Lo scorso anno al Sundance si erano visti i primi cortometraggi realizzati per Oculus Rift, ma in questa edizione la sezione New Frontiers della manifestazione porta al debutto una trentina di opere realizzate per questa tecnologia, con una sala in cui sono proiettate opere visibili non sul grande schermo, ma indossando un visore e ritrovandosi al centro nell´azione.

Ci si ritrova così in prima persona nel bel mezzo di una storia di fantasmi, o a vivere le emozioni di una donna che si sveglia dopo essere stata ibernata per 30 anni, a indagare su un omicidio fra le mura domestiche, a fianco di un sopravvissuto all’Ebola in Africa o ad affrontare un incontro ravvicinato con una balena.

Chi ha avuto modo di assistere alle prime presentazioni è rimasto affascinato dall’esperienza emozionale offerta dal cinema in VR, nonostante certi “vizi di gioventù” come una qualità delle immagini generalmente inferiore allo standard cinematografico al quale siamo ormai abituati. Ma siamo solo agli inizi, in attesa che le major cinematografiche investano massicciamente in questa direzione.

Domenica il Sundance ha ospitato anche una VR Lounge, all’interno della quale si sono viste demo, showcase, installazioni dedicate alla realtà virtuale e alle sue potenzialità, ma per tutta la durata del festival sono in programma presentazioni e tavole rotonde che affrontano le più svariate sfaccettature della VR, dall´hardware necessario per produrla e per vederla alle possibili applicazioni al giornalismo.

Ancora più interessante è il fatto che non c’è bisogno di volare nello Utah per vedere le novità del cinema in realtà virtuale presentate quest’anno al Sundance: basta avere un Gear VR di Samsung (il visore realizzato da Samsung con la collaborazione di Oculus VR per funzionare in abbinamento agli smartphone Galaxy S6, S6 Edge, S6 Edge+ e Note 5) o un economicissimo Google Cardboard (in cui inserire un telefono Android) e scaricare l”app Milk VR per vedere gratuitamente, fino al 12 febbraio, 13 dei titoli protagonisti della rassegna statunitense. Quanto basta per rendersi conto di come la rivoluzione VR potrà cambiare per sempre il lavoro dei cineasti e l’esperienza degli spettatori.

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Ridley Scott realizzerà un film utilizzando la realtà virtuale

Lo abbiamo visto in tantissimi film, da Matrix a Strange days, da Videodrome a Nirvana: i protagonisti dei film indossavano sulla testa degli occhiali speciali e con essi avevano la possibilità di viaggiare in una realtà virtuale totalmente immersiva. Ora questa tecnologia non solo è finalmente pronta per essere alla portata di tutti (il prototipo in commercio è Oculus Rift), ma addirittura è in procinto di essere "esibita" al cinema al posto dei normali occhialini 3D.

 

Mirko Compagno's insight:


Ridley Scott, che ha finito da poco le riprese del film The Martian con Matt Damon, è infatti a lavoro per portare al cinema il primo film realizzato in realtà virtuale: si tratta di un cortometraggio che uscirà proprio in contemporanea con il suo prossimo blockbuster, ambientato sul pianeta rosso.

 

Scritto da Drew Goddard e tratto da un ebook di Andy Weir, The Martian segue le vicende di un astronauta che rimane bloccato su Marte e dei suoi sforzi per sopravvivere e per tornare sano e salvo sulla Terra. Cast d'eccezione per il film, che esce il 25 novembre 2015: Matt Damon, Jessica Chastain, Jeff Daniels, Sean Bean, Kristen Wiig, Kate Mara e Sebastian Stan.

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La realtà virtuale prende il sopravvento al cinema con “The Congress”

La realtà virtuale prende il sopravvento al cinema con “The Congress” | Augmented World | Scoop.it

“Essendo un ottimista, credo che la scelta di attori in carne ed ossa prevarrà e spero che ‘The Congress’ fornisca un piccolo contributo nel raggiungimento di tale obiettivo”. Parola del regista Ari Folman che dopo “Valzer con Bashir” del 2008 ha diretto “The Congress”, basato sul romanzo “Il congresso di futurologia” di Stanisław Lem e che finalmente il 12 giugno vedremo sbarcare nei nostri cinema, distribuito dalla Wider Films. Pellicola presentata in anteprima alla 66esima edizione del Festival di Cannes il 16 maggio 2013, come film d’apertura della Quinzaine des réalisateurs, e che in Francia fu distribuito subito dopo, il 3 luglio 2013. Protagonista del film Robin Wright, che interpreta una versione fittizia di se stessa.

 

Mirko Compagno's insight:


Attrice ormai in declino e con un figlio ammalato gravemente, la Wright si impegna a cedere i diritti di sfruttamento della propria immagine ad uno studio cinematografico: verrà scannerizzata nel corpo e nelle emozioni per dar vita ad un’attrice digitale per sempre trentenne.


Lei non potrà recitare mai più e lo studio potrà utilizzare la nuova attrice virtuale in qualsiasi modo ritenga opportuno (“Mentre a Los Angeles cercavo una location adatta a girare la scena della scansione – dichiara Ari Foman -, sono rimasto scioccato quando ho saputo che una stanza di quel tipo esisteva già”). Il contratto ha validità per 20 anni. Passato questo arco di tempo l’attrice reale si troverà, ormai sessantenne, a dover fare i conti con la nuova era dove il virtuale ha preso il sopravvento.


Da questo momento lo spettatore è catapultato in un ricco mondo animato dove la chimica fa da padrona: non esistono tanti film di cui tanti hanno memoria, ma esistono tante storie di finzione per quante persone esistono e, per di più, queste non sono condivisibili. Ognuno si costruisce la propria storia in un disperato bisogno di autodeterminazione.

 

Qui il film sembra lasciare la riflessione sul mondo del cinema - tranne nel suo concetto di fama e di star che si perde e non ha più significato e valore visto che nessuno avrà più la stessa memoria e gli stessi ricordi degli altri esseri umani - per portarsi ad una riflessione su una realtà virtuale che prende il comando spingendosi oltre il grande schermo. Ma in questa parte il film sembra un po’ perdersi, farsi troppo artificiale e poco comprensibile, nonostante le tante citazioni avrebbero potuto aiutare di più lo spettatore alla sua leggibilità, forse perché queste sono poco evidenti e chiare.

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