Tutti sanno com’è morta Sylvia Plath: ha preparato la colazione per i figli, ha sigillato le finestre della cucina con il nastro adesivo e delle salviette e poi ha respirato il monossido di carbonio infilando la testa nel forno. Esiste anche una fotografia del suo corpo, nonché molte congetture su questo discusso suicidio. Plath si è cristallizzata eternamente in questo gesto iconico, quasi “romantico”, che ha ispirato romanzi, poesie, drammi teatrali e persino fotografie di moda. La morte di Sylvia Plath l’ha fagocitata in un unico destino: quello della ragazza trentenne depressa che scrive che morire è un’arte come un’altra e poi mette in scena una morte scenograficamente perfetta.