Itanglese: una questione di buonsenso | NOTIZIE DAL MONDO DELLA TRADUZIONE | Scoop.it

Questa mania dell’itanglese potrebbe apparire come l’ennesimo vezzo nazionale, vagamente irritante e un po’ provinciale sì, ma tutto sommato non troppo grave, se non fosse che…

... se non fosse che, per esempio, quando poi si tratta di parlare o scrivere davvero in una lingua straniera, come avviene nel caso del sito di Expo, si fanno dei begli scivoloni. Aggiungo che probabilmente anche il testo italiano di partenza non è granché.
… e se non fosse che in certi ambiti e in certi discorsi l’uso dei termini inglesi ormai appare pervasivo. Basta, per esempio, farsi un giro su Linkedin (il sito, tra l’altro, esordisce con un buffo Hai tutto un mondo di informazioni a portata di tap) per scoprire una fioritura di strategist e analyst, di executive e di supervisor, di global director, partner, manager, consultant, editor e professor, president e member of the board, producer, teacher, journalist, organizer, specialist.
Al mio profilo sono state aggiunte dai miei contatti (che ringrazio comunque davvero per la fiducia e la gentilezza) aree di competenza inglesi il cui stesso significato mi risulta vagamente oscuro.